Toscana

i tre testi consigliati dal team Feltrinelli Arezzo














Siamo arrivati ai giorni caldi per i regali di Natale, e il libro è sempre un’ottima idea: dal giallo ai libri di cucina, dalle scienze alla musica, i grandi personaggi dello sport o la miriade di libri per bambini, le storie d’amore e quelle da ridere, è possibile trovare il libro adatto per tutti i gusti. Come dice Irving Stone “non ci sono amicizie più rapide di quelle tra persone che amano gli stessi libri”. Ecco quindi alcune delle ultime proposte editoriali.


Partendo dai grandi romanzi del momento in vetta a tutte le classifiche troviamo “Tatà” di Valerie Perrin, edizioni E/O. La Perrin è l’autrice del caso editoriale “cambiare l’acqua ai fiori” e questo era uno dei libri più attesi dell’anno. Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio.


Per la narrativa italiana una menzione speciale deve essere fatta per Aurora Tamigio con “Dimmi di te” edizione Feltrinelli, vincitore di numerosi premi tra cui il Bancarella”. All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio secolo, cresciuta orfana in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto centrale per la gente dei quattro paesi tutt’intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, poi Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra. Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più ribelle, Lavinia, bella come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero. Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri, anche quando dalla montagna si sposteranno in città per volere di Santi.


Rimanendo sui grandi premi questa volta internazionali un regalo di grande qualità sarà “Non dico addio” della Premio Nobel Han Kang, edizione Adelphi. Un vasto cimitero sul mare. Migliaia di tronchi d’albero, neri e spogli come lapidi, su cui si posa una neve rada. E intanto la marea che sale, minacciando di inghiottire le tombe e spazzare via le ossa. Da anni questo sogno perseguita la protagonista Gyeong-ha che, dopo una serie di dolorose separazioni, si è rinchiusa in un volontario isolamento. Sarà il messaggio inatteso di un’amica a strapparla alla sua vita solitaria e alle immagini di quell’incubo: quando Inseon, bloccata in un letto di ospedale, la prega di recarsi sull’isola di Jeju per dare da bere al suo pappagallino che rischia di morire, Gyeong-ha si affretta a prendere il primo aereo per andare a salvarlo. A Jeju, però, la accoglie una terribile tempesta di neve e poi un sentiero nell’oscurità dove si perde, cade e si ferisce. È l’inizio di una discesa agli inferi, nel baratro di uno dei più atroci massacri che la Corea abbia conosciuto.


Alla prossima puntata della nostra recensione natalizia andremo a vedere alcune idee per la saggistica.























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