Salute

i sindacati militari e di polizia contro il governo per l’assenza di fondi in manovra

La manovra continua a creare malumori. Ai mugugni interni al centrodestra, diviso sulla cedolare secca, le pensioni e banche, ora si aggiunge anche la denuncia dei sindacati militari, della Polizia e dei Vigili del fuoco che criticano aspramente la mancanza nella bozza della legge di Bilancio – definita “vergognosa” e “inaccettabile” – di risorse per il comparto sicurezza e difesa, nonostante le numerose promesse del governo. La realtà è che mancherebbero i fondi per rafforzare gli organici, la formazione del personale, i mezzi, i contratti e le pensioni. Per sedare gli animi è dovuto intervenire il ministro della Difesa Guido Crosetto, convinto che i fondi per il comparto militare ci saranno, anche se i militari aspettano ancora dal 2021 il famoso “aumento di trenta euro lordi” in busta paga. “La bozza della legge di bilancio 2026 dimostra una disattenzione grave nei confronti delle forze dell’ordine. Molte delle misure contenute sembrano pensate per colpire più che per sostenere”, si legge nella dura nota dei segretari sindacali nazionali Stefano Paoloni (Sap), Domenico Pianese (Coisp), Valter Mazzetti (Fsp Polizia) e Pietro Colapietro (Silp Cgil).

Il tema della sicurezza è stato uno dei baluardi della campagna elettorale del centrodestra e continua ad esserlo per il governo Meloni. Ma le forze di polizia e i militari lamentano che l’età media del personale è sempre più elevata, pur essendo chiamati a svolgere un lavoro di alta operatività. Contestano quindi l’articolo 42 della bozza, che prevede “un innalzamento dell’età pensionabile: di tre mesi nel 2026, di quattro nel 2027”, mentre non si fanno riferimenti alle possibili “assunzioni straordinarie”, che secondo i sindacati servirebbero “a colmare il vuoto di oltre diecimila agenti”. Inoltre, denunciano, manca “la copertura integrale dei pensionamenti” considerato che “con il limite del 75%, nel 2026 si perderebbero altri 1300 poliziotti”.

“È una vergogna che, dopo tutte le parole sulla sicurezza, quello che si vede sono solo promesse non mantenute e tagli ingenti”, accusa il segretario della Silp Cgil Colapietro. “Il governo Meloni ha saputo riempirsi la bocca di impegni sulla sicurezza, ma al netto delle passerelle e delle dichiarazioni, le risorse per il nostro settore sono totalmente assenti. Da oltre tre anni denunciamo come questo governo, oltre le chiacchiere, abbia fatto poco o nulla in favore del personale della sicurezza, rispetto alle assunzioni, ai contratti di lavoro, ai mezzi e alle strutture, alla formazione, alle pensioni e alla previdenza complementare”. Decisamente critici anche i toni del sindacato dei igili del fuoco (Conapo), che definisce la bozza della manovra una “grave disattenzione” per tutta la categoria, e denuncia “l’assenza di misure per il rafforzamento degli organici adeguati a compensare nel 2026 l’enorme numero di pensionamenti”. “È inaccettabile che chi rischia la vita per la sicurezza dei cittadini venga trattato come un costo da contenere. Il ministro Piantedosi convochi subito i sindacati”, tuona il segretario generale Marco Piergallini.

A cercare di sedare gli animi il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Siccome mancano più di due mesi all’approvazione finale, mi sembra inutile sprecare parole in sterili polemiche”, scrive in un tweet, aggiungendo di fidarsi degli impegni presi da Giorgetti per il comparto. Ma ai sindacati restano molti dubbi. “Attendiamo da anni un aumento di appena trenta euro lordi una tantum, mai arrivati in busta paga”, denuncia l’associazione sindacale professionisti militari. Eppure i fondi previsti sono stati già stanziati con la manovra del 2022, enell’ottobre 2024 sono anche stati assegnati i 15,67 milioni necessari. Quindi il decreto c’è, i fondi pure e la ripartizione è approvata, ma nella busta paga delle divise non è arrivato niente. E a protestare sono gli stessi partiti di maggioranza, in primis Forza Italia: il vicepremier e leader azzurro Antonio Tajani chiede di capire “cosa si farà per le forze dell’ordine”, perché “al momento non sono incluse nella premialità sui rinnovi contrattuali”, ritenendo il comparto sicurezza di “fondamentale importanza” formato da “lavoratori più a rischio degli altri”.


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