Abruzzo

i saluti di francesco


Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Così come è apparso, è scomparso. Tredici anni fa, dal loggione di San Pietro un personaggio appare e si presenta come un fratello lontano e sconosciuto e con il più classico e semplice dei saluti: “cari fratelli e sorelle buonasera”. Pasqua 2025, di nuovo sul loggione compare d’improvviso quel fratello adesso vicino che ci saluta con la più classica e semplice delle benedizioni: “Cari fratelli e sorelle Buona Pasqua”. “Buona Pasqua”: la più preziosa delle benedizioni che Papa Francesco ha voluto con forza lasciare al popolo dei fedeli, agli uomini e alle donne della chiesa, alla gente di tutto il mondo, prima di lasciarlo. Una benedizione per esprimere, in due parole, la sintesi di un pontificato teso al bene, al buon senso … al rinascere nella pace. Non servono tante parole per incoraggiare a vivere di cose belle, buone e sincere; non servono tanti discorsi per richiamare all’equilibrio, all’onestà e alla correttezza; non servono orazioni, sermoni o prediche di sorta per invitare al rispetto, alla fratellanza e alla solidarietà: due parole possono davvero aprire la via per una vita di verità. Francesco ci saluta, saluta il mondo, con il più classico e semplice degli insegnamenti, con l’invito a rinascere abbracciando una nuova vita.

Nando Marinucci Nuovi Tempi


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