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I russi assediano Pokrovsk: la morsa dello zar stringe la porta del Donbass


I russi assediano Pokrovsk: la morsa dello zar stringe la porta del Donbass

Si chiama Pokrovsk, è una città dell’oblast di Donetsk, in Ucraina. Prima del conflitto aveva circa 60mila abitanti. Ora è difficile dirlo. Negli ultimi giorni le forze russe stanno cercando di stringerla in una morsa. Potrebbe sembrare uno dei tanti assedi della lenta controffensiva russa, a cui per altro gli ucraini hanno reagito invadendo il territorio russo di Kursk, mettendo in atto un tipo di operazione che i militari, informalmente, chiamano a porta girevole. Ma in questo la situazione per gli ucraini potrebbe essere più seria di quanto è stata nelle precedenti piccole, ma costanti, avanzate russe. Intanto c’è una accelerazione, anche se potrebbe essere destata dalla scelta di giocare il tutto per tutto, per non farsi impantanare dalle piogge autunnali e poi dall’inverno. L’esercito russo ha conquistato 478 chilometri quadrati di territorio ucraino nel mese di ottobre, un record dal marzo 2022, nelle prime settimane di guerra. Lo rivelano i dati forniti dall’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw).

Al 27 ottobre le forze russe avevano guadagnato più territorio rispetto ad agosto e settembre 2024 (rispettivamente 477 e 459 chilometri quadrati) con importanti spostamenti sulla linea del fronte, in particolare nell’Ucraina orientale, proprio intorno a Pokrovsk. Nel Donetsk hanno preso il controllo nelle scorse ore anche della città mineraria di Selydove, o meglio di quel che ne resta: cioè niente. E per farlo hanno fatto ricorso ad ogni mezzo disponibile, comprese le armi termobariche.

Ma non è solo questione di chilometri. Pokrovsk, un hub logistico chiave da cui transitano mezzi e uomini e senza il quale la logistica ucraina sarebbe tutta da ripensare. Ecco perché gli ucraini è da giorni che investono nella difesa. Mancano però di personale fresco. Il problema affligge anche i russi, che anche nei reparti di punta schierano in prima linea moltissimi quarantenni, che stentano a tenere il ritmo del fronte. Ma nel caso ucraino il deficit di uomini è ancora più marcato. Sembra che i russi dal primo gennaio a fine ottobre abbiano perso 57.000 soldati, ma li rimpiazzano con circa 30.000 nuove reclute ogni mese. Gli ucraini al contrario non riescono a rimpiazzare le loro perdite. Kiev vorrebbe reclutare altri 160mila soldati, ma non è detto che ci riesca. E ora i russi possono contare anche sull’arrivo di soldati coreani.

Insomma Pokrovsk vacilla ed è la porta del Donbass. Riuscire a difenderla dipende moltissimo dal colpire con armi a lunga portata le retrovie russe. Perché negli scontri d’attrito non bastano le armi occidentali a fare la differenza in prima linea.


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