I repubblicani sfidano il divieto di Trump. Voto con i democratici: shutdown scongiurato
Gli Stati Uniti evitano la paralisi del governo federale con i repubblicani che sfidano Donald Trump sul tetto del debito. Prima la Camera e poi il Senato hanno dato il via libera alla legge che scongiura per un soffio la chiusura delle attività non essenziali prima di Natale, il cosiddetto shutdown. La misura è stata approvata poco dopo la scadenza limite di mezzanotte di ieri, ma l’ufficio della Casa Bianca incaricato di dichiarare il blocco non lo ha fatto contando sull’imminente voto.
ll piano, che il presidente uscente Joe Biden ha già firmato, prevede il finanziamento del governo federale agli attuali livelli fino al 14 marzo e 110 miliardi di dollari di spesa per gli aiuti alla ricostruzione post-uragani e al settore agricolo. Non è incluso invece l’innalzamento del tetto del debito chiesto dal tycoon. «La legge è all’insegna dell’America First – ha commentato lo speaker della Camera Mike Johnson – Sono stato in stretto contatto con Trump, sa esattamente cosa stavamo facendo ed era d’accordo». Poi ha aggiunto di aver parlato anche con il «first buddy» Elon Musk, che ha definito il suo lavoro «il più difficile del mondo».
In realtà si tratta di un passo falso per il prossimo comandante in capo, dopo che giovedì sera un gruppo di 38 deputati repubblicani aveva fatto fallire il piano di spesa da lui proposto, che prevedeva appunto lo slittamento del tetto del debito di due anni. Il deputato del Texas Chip Roy, falco del Gop, ha guidato la crociata contro Trump per le stesse ragioni per cui si era opposto a tali misure con Biden, ovvero perché non erano accompagnate da riduzioni della spesa. The Donald, da parte sua, voleva pure che una eventuale paralisi avvenisse sotto l’attuale amministrazione. «Se ci sarà lo stop del governo sarà un problema di Biden – ha sottolineato venerdì – che inizi adesso, sotto di lui, non dopo il 20 gennaio, sotto di me».
Fonti vicine al tycoon hanno rivelato alla Cnn che è rimasto «deluso» dal fatto che la misura alla quale teneva di più sia stata esclusa dalla nuova legge di spesa. «Questo accordo rappresenta un compromesso, il che significa che nessuna delle due parti ha ottenuto tutto ciò che voleva – ha affermato Biden in una nota – Ma respinge il percorso accelerato verso un taglio delle tasse per i miliardari che i conservatori cercavano».
Il primo accordo tra repubblicani e democratici, faticosamente negoziato da Johnson, era franato a causa di Trump e Musk. In qualità di co-responsabile del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa, il patron di Tesla e X aveva attaccato la legge e fatto pressioni sui membri del Grand Old Party in Congresso, minacciandoli perfino di essere esclusi dalle prossime elezioni di Midterm nel 2026. La proposta «non deve essere approvata, è piena di sprechi», ha esordito su X, dando il via a una lunga serie di post.
Mentre poco dopo era arrivata la bocciatura di Trump, parlando di «un tradimento del nostro Paese» in una dichiarazione congiunta con il suo vice JD Vance. I successivi due tentativi di intesa sono falliti, ma lo speaker è riuscito a centrare il compromesso in extremis.
Source link