Marche

«I ragazzi lasciati a piedi»


ANCONA A volte anche l’etimologia è importante. E se la parola autobus è frutto della crasi tra “automobile” e il latino “ombibus”, insieme “veicolo per tutti”, ad Ancona ed in provincia l’elemento collettivo e democratico del trasporto pubblico sta rapidamente venendo meno. Complici i pesanti tagli all’orario invernale imposti da Conerobus per salvare un bilancio che fa acqua da tutte le parti, sono sempre di meno quelli che possono concedersi il lusso di usare il bus per spostarsi sopportando continui ritardi, corse cancellate e disservizi vari ed eventuali.

Le testimonianze

A partire dagli studenti di licei e scuole medie, i cui genitori sono ormai sul piede di guerra. Come il signor Salvatore: «Paghiamo 760 euro per due abbonamenti e poi dobbiamo portare i figli a scuole in auto» denuncia. Punta il dito sulla linea 46, quella che da piazza Cavour va a Brecce Bianche e che passa in via Bocconi, raccogliendo gli studenti usciti dal Savoia Benincasa. Continua il signor Salvatore: «Proprio sulla linea 46, all’apertura delle porte, nel tentativo di far salire qualcun altro, una ragazza è rimasta incastrata nelle porte, con tanto di paura e livido sul braccio». Nel caso del 46, dal 15 settembre sono state tagliate 3 corse al giorno per risparmiare.

Gli incastri

Disagi anche all’ingresso di scuola. «Mio figlio parte dalla stazione con il 6, esce di casa alle 7,15 – racconta la signora Alessandra – e spesso le corse saltano o i mezzi di fermano, provocando ritardi continui». Tagli anche sulla 6 (da piazza Cavour alla stazione, ndr), che ha perso 7 corse al giorno. La signora Helga rilancia: «A mio figlio succede quasi sempre quest’anno con il 6 dalla stazione per andare al liceo Savoia. Ho dovuto metterlo per iscritto alla Dirigente scolastica affinché possa giustificare i ritardi che altrimenti peserebbero sul voto di comportamento». All’uscita? Anche peggio. Prosegue Helga: «Quando mio figlio esce un’ora prima, ha deciso di raggiungere la stazione a piedi, altrimenti perderebbe il treno». Ed il tema delle coincidenze perse lo vivono sulla loro pelle anche i ragazzi che arrivano dall’hinterland usando il servizio extraurbano. Sul quale, in teoria, tagli non ce ne sono stati. Ma la pratica è ben diversa. La signora Samantha, ad esempio, testimonia: «Sulla tratta N, che da Osimo va ad Ancona, i nostri ragazzi vengono fatti scendere ad Osimo Stazione senza alcuna giustificazione e devono attendere un’altra linea, con ritardi nell’ingresso a scuola e perdita delle coincidenze». «Io pago 700 euro di abbonamento per mio figlio, che quest’anno ha collezionato già una serie di ritardi pur partendo da casa (da Osimo, ndr) alle 6:50» conferma la signora Valentina. «I ragazzi devono fare a piedi la strada da via Bocconi a piazza ugo Bassi per cercare di prendere la N» denuncia il signor Claudio. Torna la signora Samantha: «Alcuni ragazzi sono stati costretti a raggiungere a piedi, da piazza d’Armi, il liceo artistico Mannucci».

Il signor Guido punta il dito sul servizio extraurbano da Offagna – quindi la linea O. «Gli studenti sono costretti a fare l’intero viaggio verso Ancona in piedi perché i posti non bastano mai». Sul carro delle lamentele salgono anche i pendolari. «È un servizio penoso, pago l’abbonamento per fare spesso il percorso a piedi perché in alcuni orari l’autobus non c’è» sbotta la signora Carla. Poi c’è Jesi. Anche qui, come nell’extraurbano, di tagli non ne sono stati previsti. Ma i disagi, quelli ci sono comunque. Nella città regia, le corse colpite dai disservizi sono principalmente le 7, 8, 10 e 52. Sulla 8, ad esempio, gli utenti denunciano una sospensione temporanea del servizio dovuta – secondo Conerobus – al malfunzionamento di quattro mezzi. E sono sempre legati ai guasti i continui ritardi sulle altre linee. Di nuovo, con ragazzi lasciati a piedi e pendolari costretti a tornare a casa sulle loro gambe nonostante il lauto compenso pagato a Conerobus per usufruire di un servizio che non c’è. Di un trasporto pubblico che ormai ricorda sempre di più la zattera del traghettatore infernale Caronte.




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