I progetti nucleari di Putin svelati da una fuga di documenti segreti
Una clamorosa fuga di file segreti, oltre due milioni, che svela al mondo l’enorme potenziamento delle infrastrutture militari presso le strutture più protette della Russia. A svelarlo sono il sito di giornalismo investigativo danese Danwatch e Der Spiegel, che hanno studiato le mappe nei minimi dettagli: in particolare sono stati ritrovati “centinaia di progetti originali delle basi delle Forze Missilistiche Strategiche vicino alla cittadina di Yasny, che dal 2019 sono state dotate del velivolo planante ipersonico Avangard, uno dei nuovi sistemi di lancio nucleare della Russia che svolge un ruolo centrale nelle ambizioni del presidente Putin di porre la Russia in vantaggio nella corsa agli armamenti contro l’Occidente”. Si tratta di missili nucleari nascosti in un rifugio corazzato, in grado di superare gli scudi contraerei statunitensi e, scrive Repubblica, “in dieci minuti possono incenerire qualsiasi capitale occidentale, scagliando nella fase finale della traiettoria navette ipersoniche impossibili da intercettare”.
Il pilastro della deterrenza – La base di Yasny, cittadina di 16mila abitanti negli Urali, è una delle 11 presenti in tutto il Paese in grado di lanciare i missili nucleari più potenti al mondo. Un elemento cruciale della politica della deterrenza di Putin e per la stabilità tra le superpotenze per molti decenni. “Senza questa minaccia, la politica estera russa sarebbe molto diversa”, afferma a Danwatch “una fonte esperta dell’apparato di sicurezza di un paese Nato, che parla solo a condizione di anonimato”. Dunque, prosegue il sito, “se non fosse stato per questa carta vincente, non è scontato che la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina, ritiene la fonte”.
Le strutture e l’arsenale – I documenti circolati sul web rivelano che in Russia sono state costruite molte nuove strutture: “intere basi sono state quasi completamente rase al suolo e ricostruite da zero; sono state erette centinaia di nuove caserme, torri di guardia, centri di controllo e magazzini; e sono stati scavati diversi chilometri di tunnel sotterranei”. Ma ora che ogni dettaglio di quel complesso di bunker è diventato pubblico così come i piani di potenziamento delle strutture nucleari, è possibile che il Cremlino decida di intervenire sulle strutture cambiandone alcuni elementi, visto che la disponibilità dei documenti finiti in rete permette di studiarne le vulnerabilità, mettendo a rischio la sicurezza.
“Secondo fonti degli ambienti di sicurezza europei – scrive Danwatch – le Forze missilistiche strategiche della Russia costituiscono la spina dorsale del deterrente nucleare a tre pilastri del Paese. Oltre alle pesanti bombe nucleari che le Forze Missilistiche possono lanciare da silos o veicoli interrati, la Russia possiede anche armi nucleari basate su aria e mare che possono essere lanciate da speciali bombardieri o sottomarini”. Da ricordare che “le Forze Missilistiche contano oltre 50mila soldati” – il cui motto è “Dopo di noi, silenzio” – e che secondo gli esperti “le quasi 900 testate nucleari operative nelle basi missilistiche, e i missili intercontinentali che possono lanciarle, hanno più di ogni altra cosa un significato psicologico. Si tratta di armi teoricamente utilizzabili. Ma la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che qualsiasi utilizzo di esse possa rapidamente trasformarsi in una devastante guerra nucleare su scala globale”. Per quanto Putin abbia più volte dichiarato di non volerla innescare, l’esistenza di queste strutture consente di mantenersi in una posizione di forza rispetto alle altre potenze mondiali.
I dettagli, dalle attività dei soldati ai sistemi di protezione – I documenti segreti diffusi sul web, che segnalano una gravissima falla nella sicurezza, “rivelano innanzitutto la portata della modernizzazione russa. Mostrano forniture di enormi quantità di acciaio, sabbia, cemento, mattoni e materiali isolanti. Ma anche di elementi più delicati come sistemi informatici, impianti elettrici e distribuzione di acqua, riscaldamento e ventilazione”. E dettagliano anche la disposizione dei sistemi di sicurezza delle basi: “tre strati di recinzioni elettriche lungo il perimetro esterno delle basi, sensori per l’attività sismica e la radioattività, porte e finestre antideflagranti, edifici in cemento armato e sistemi di allarme con contatti magnetici e sensori a infrarossi. In alcuni casi, vengono specificati anche il tipo e la posizione delle telecamere di sorveglianza interne agli edifici”.
E poi ci sono ulteriori specifiche: “descrivono dove i soldati mangiano, dormono e usano i servizi igienici. Descrivono anche dove si rilassano e quali attrezzi ginnici usano (principalmente tapis roulant e manubri), a quali giochi giocano per passare il tempo (scacchi e dama) e quali cartelli sono appesi alle pareti (“Alt! Giratevi! Zona proibita!” o “Il giuramento militare” o “Regole per la cura delle scarpe”). Descrivono in quali stanze dei sotterranei si conservano le attrezzature protettive e dove si trovano gli armadietti delle armi. Ed è scritto esplicitamente dove si trovano le sale di controllo e quali edifici sono collegati tra loro tramite tunnel sotterranei”. Materiale che per Philip Ingram, ex colonnello e comandante del 1° Battaglione di Intelligence Militare dell’esercito britannico, è la fonte di informazioni più preziosa che possa ricevere un’intelligence straniera. “Se si riesce a capire come viene condotta l’elettricità o da dove proviene l’acqua, e si riesce a vedere come sono collegate le diverse cose nei sistemi, allora si possono identificare punti di forza e di debolezza e trovare un punto debole da attaccare”, ha dichiarato a Danwatch.
Le ipotesi – Al momento non si sa chi abbia diffuso i documenti. Dietro potrebbe esserci una società a cui è stato affidato un appalto relativo alle strutture militari o un gruppo di hacker.
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