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I più grandi furti d’arte della storia: dalla Gioconda all’Urlo di Munch

I malviventi sarebbero entrati con il volto coperto e vestiti da operai dal lato della Senna, dove sono realmente in corso lavori per rubare nove pezzi della collezione di gioielli di Napoleone. Nel racconto del neo ministro dell’Interno, Laurent Nuñez, è un «furto importante, sono stati rubati gioielli di inestimabile valore». La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha detto che il furto è avvenuto «in quattro minuti». Sembrano esserci tutti gli ingredienti del furto perfetto, alla Lupin III o alla Occhi di gatto, ma nella realtà come è avvenuto altre volte in passato a partire proprio da un furto storico fra le sale del Louvre.

La Gioconda

Era il 1911 e l’imbianchino Vincenzo Peruggia si portò via indisturbato un quadro che forse non era famoso come ora, ma certamente fondamentale nella collezione del Louvre. Louis Béroud, pittore francese, si accorse del furto la mattina del 22 agosto 1911: restavano solo cornice e vetro. Se ne persero le tracce per due anni nonostante interrogatori, anche di Picasso, arresti, anche di Apollinaire, e perquisizioni, anche nella stanza di Peruggia. Nel 1913 il collezionista d’arte fiorentino Alfredo Geri chiese opere in prestito per una mostra. Da Parigi arrivò la lettera di Léonard V che proponeva per la vendita della Gioconda che doveva però restare in Italia.

Era Peruggia che scriveva sotto falso nome e che invece di persona si presentò all’appuntamento con Regi, che prese in custodia il quadro per esaminarlo, e con Giovanni Poggi, direttore della Regia Galleria di Firenze. Peruggia fu arrestato in albergo il giorno seguente dai Carabinieri.

Al processo gli fu riconosciuta l’infermità mentale e fu condannato a un anno e mezzo di carcere. Raccontò di essere stato lui a montare la teca e sapeva come eludere la sorveglianza nel museo. Aveva passato la notte in uno sgabuzzino e aveva poi preso il dipinto all’alba nascondendolo sotto il cappotto per uscire dal. Louvre.

L’Urlo di Munch

Altrettanto famoso è il furto del quadro simbolo dell’espressionismo, custodito a Oslo. Una delle prime versioni fu rubata dalla Galleria nazionale norvegese nel 1994. «Mille grazie per la scarsa sicurezza» diceva il biglietto lasciato dai ladri che entrarono e semplicemente tagliarono il filo che collegava il dipinto alla parete. Il dipinto fu ritrovato nel maggio del 1994 in un hotel a sud di Oslo. Quattro persone furono arrestate.

Non fu l’ultimo furto ai danni della galleria. Il 22 agosto 2004, due uomini armati entrarono al Museo Munch, pieno di visitatori, prendendo L’Urlo e Madonna. Dopo due anni le opere furono ritrovate.

Il concerto e gli altri

La rivista ArtNews ha messo in cima ai furti d’arte più importanti della storia quello avvenuto il giorno dopo San Patrizio del 1990, all’Isabella Stewart Gardner Museum. Furono rubati Il Concerto di Vermeer, un Rembrandt e un Manet per un valore stimato di 500 milioni di dollari. Nulla è stato ritrovato.

Il Caravaggio di Palermo

Nella notte del 17 ottobre 1969 fu rubata una grande tela di Caravaggio nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo: Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi. La vicenda, mai risolta, fu di ispirazione per il romanzo Una storia semplice di Leonardo Sciascia. Si è ipotizzato che la mafia fosse coinvolta, ma anche che sia stato mangiato dai topi in un casale dove era nascosto.

La Saliera di Benvenuto Cellini

La saliera, creata dall’orafo fiorentino per il re di Francia I di Francia a partire dal 1540, fu rubata nel 2003 dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in quel momento in restauro. Dai ponteggi si arrampicò il ladro che ruppe una finestra e una teca. Scattò l’allarme, ma chi era di guardia pensò a un errore. Robert Mang,esperto in sistemi di sicurezza, nel 2006 confessò e portò gli investigatori in un bosco fuori Vienna, dove aveva sepolto la scatola con la saliera dentro.

I Van Gogh

Papaveri gialli e rossi. Questa natura morta era esposta al museo Mohamed Mahmoud Khalil di Giza, in Egitto. Fu rubata una prima volta nel 1978 e ritrovata dieci anni dopo in Kuwait. Nello stesso museo fu trafugata di nuovo nell’agosto 2010. Non funzionò nessun allarme e la natura morta, che vale 50 milioni di euro, non è ancora stata ritrovata.


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