Cultura

i loro album live dal peggiore al migliore secondo Ultimate Classic Rock


In tempo di dibattiti sui Pink Floyd, mentre David Gilmour torna con un nuovo album (“Luck And Strange”) e si accinge a esibirsi nell’arena romana del Circo Massimo per sei appuntamenti, la testata Ultimate Classic Rock ha provato a rispolverare il “live side” della band inglese, raccogliendone in una ideale classifica i migliori album dal vivo (più o meno ufficiali), realizzati dalla band al completo e dai suoi singoli membri. Una lista che – precisa il magazine – non include solo i tour incentrati sui dischi di maggior successo (“The Dark Side Of The Moon” del 1973 e “The Wall” del 1979), ma anche “materiale spesso trascurato, pubblicato prima del periodo di massimo splendore della band”. David Gilmour ha iniziato a esplorare quest’epoca molto più a fondo una volta che si è ricollegato con l’ex-co-fondatore dei Pink Floyd Richard Wright, risalendo ai suoi album iniziali con il gruppo – sottolinea UCR – mentre il batterista originale Nick Mason ha creato la sua nuova band per eseguire alcune delle prime canzoni dei Pink Floyd. Roger Waters ha invece approfondito soprattutto il percorso sviluppato in “The Wall“.
Ecco la classifica degli album live dei Pink Floyd, dal peggiore al migliore, secondo Ultimate Classic Rock (qui il servizio completo).

13. Pink Floyd – Ummagumma (1969)
12. Pink Floyd – Live At Knebworth 1990 (2021)
11. Roger Waters – The Wall: Live in Berlin (1990)
10. Pink Floyd – Delicate Sound Of Thunder (1988)
9. Roger Waters – The Wall’ (2015)
8. David Gilmour – Live at Pompeii (2017)
7. Roger Waters: Us + Them (2020)
6. Pink Floyd – Pulse (1995)
5. Roger Waters – In The Flesh: Live (2000)
4. Nick Mason’s Saucerful Of Secrets – Live At The Roundhouse (2020)
3. David Gilmour – Live In Gdansk (2008)
2. Pink Floyd – Is There Anybody Out There? The Wall Live 1980–81′ (2000)
1. Pink Floyd – The Dark Side Of The Moon Live At Wembley 1974 (2023)

Intanto, in una intervista a Mojo, David Gilmour dice di non pentirsi delle accuse rivolte all’ex-compagno dei Pink Floyd, Roger Waters, ma sembra più che mai intenzionato a voltare pagina. In un’intervista a Mojo, il chitarrista inglese, che ha appena pubblicato il nuovo album “Luck And Strange“, ha dichiarato di non avere rimpianti per le liti recenti con Waters ma ha espresso tutta la sua frustrazione riguardo alle continue domande sul loro rapporto. Ha anche rivelato di non essere interessato all’ultimo lavoro di Waters e ha condiviso riflessioni sui brani che non si sente più a suo agio a eseguire, come “Run Like Hell” e “Another Brick In The Wall“, preferendo concentrarsi su quelli che sente più suoi, come “Comfortably Numb” e “Wish You Were Here“.
Waters lasciò i Pink Floyd in modo burrascoso nel 1985, con Gilmour che assunse la leadership del gruppo per gli album “A Momentary Lapse Of Reason” (1987) e “The Division Bell” (1994), seguiti poi nel 2014 da “The Endless River“. Waters rimase distante dai suoi ex-compagni e criticò apertamente il lavoro degli ex-compagni, nonostante una sporadica reunion per un’esibizione unica al Live 8 nel 2005, prima della morte del tastierista Richard Wright nel 2008.
Le polemiche sono proseguite negli anni, ad esempio quando, nel 2022, Gilmour e il batterista Nick Mason hanno realizzato il singolo “Hey, Hey, Rise Up!”, in segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina, e Waters li ha attaccati definendo il brano “vuoto e patriottico”. La moglie di Gilmour, Polly Samson, non le ha mandate a dire su Twitter accusando Waters di essere “un sostenitore di Putin, un bugiardo, un misogino” e altre gravi offese (inclusa quella di suonare in playback), a proposito delle quali Gilmour in un tweet successivo ha scritto: “Ogni parola è veritiera e dimostrabile”.

Una possibile soluzione per le liti che stanno avvelenando il gruppo (o ciò che ne resta) potrebbe essere arrivare dalla vendita del catalogo dei Pink Floyd a Sony Music, che sarebbe vicina a concludere un accordo con un’offerta che potrebbe raggiungere mezzo miliardo di dollari. Lo ha riferito il Financial Times e anche Variety ha confermato che le trattative con la leggendaria band britannica sono in fase avanzata.
Gilmour ha dichiarato a Rolling Stone di essere favorevole alla vendita del catalogo, non tanto per motivi finanziari, ma proprio per porre fine alle controversie legate alle decisioni comuni all’interno della band. “Questo sarebbe il mio sogno”, ha aggiunto. Tuttavia, una fonte del quotidiano finanziario britannico ha messo in guardia sul fatto che nulla sarà definitivo fino alla firma del contratto.




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »