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I leader arabi si incontrano al Cairo, sul tavolo alternativa al piano Trump per futuro di Gaza

I leader arabi si incontrano al Cairo per parlare di possibili piani per il futuro della Striscia di Gaza e la sua ricostruzione nel mezzo dell’impasse nei colloqui sull’accordo di tregua tra Israele e Hamas. L’obiettivo del governo egiziano è ’rispondere’ al controverso piano di Donald Trump che vorrebbe “ricollocare” in Paesi arabi i palestinesi della Striscia, costringendoli ad abbandonare la loro terra per farne la “Riviera del Medio Oriente”. Al vertice parteciperà anche il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. La Striscia di Gaza è solo devastazione a causa del conflitto tra Israele e Hamas e secondo stime delle Nazioni Unite serviranno 53 miliardi di dollari per la ricostruzione dell’enclave. Nei colloqui sul futuro della Striscia restano ancora molti nodi da sciogliere, come la governance futura della Striscia, che nel 2007 finì in mano a Hamas. Inoltre la tregua tra il gruppo e Israele appare sempre più in bilico.

Mentre i leader di paesi tra cui l’Arabia Saudita cercheranno di costruire un fronte unito contro l’idea di Trump di sfollare i palestinesi, l’iniziativa araba deve affrontare una serie di grossi ostacoli, scrive Bloomberg, secondo diverse persone informate sul documento di circa 150 pagine.

Esistono disaccordi sulla questione del governo palestinese di Gaza, hanno affermato le persone informate dei fatti, che hanno chiesto di non essere identificate. La sicurezza dell’enclave è un’altra questione in sospeso, hanno detto, così come il futuro di Hamas.

A mettere in ombra il vertice c’è il rischio che riprendano gli scontri tra Israele e Hamas dopo che domenica è scaduto un cessate il fuoco di sei settimane, rendendo per il momento discutibile qualsiasi piano di ricostruzione. Intanto in Israele il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar chiede la ’completa demilitarizzazione’ di Gaza per passare alla seconda fase dell’accordo sulla tregua. Sa’ar ha anche rivendicato il blocco degli aiuti umanitari: “Gli aiuti umanitari sono diventati la principale fonte di reddito di Hamas a Gaza. Quei soldi li usano per il terrorismo, per ripristinare le loro capacità e per far entrare più giovani terroristi nella loro organizzazione”.


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