Piemonte

I giganti del bosco – #piemonteparchi


Questi magnifici esemplari di longevità racchiudono molteplici significati. Oltre a ricordarci la varietà e l’importanza del mondo vegetale, conservano un valore inestimabile, in quanto la loro presenza ci testimonia un turbinio di storie, leggende, gestione dei territori, paesaggi.

L’inquadramento normativo regionale e nazionale

La Regione Piemonte con una legge del 1995 aveva identificato 40 alberi. Successivamente, lo Stato, con la legge 10/2013 aveva riordinato la materia e con un decreto interministeriale del 2014 aveva definito i criteri per il censimento di questi esseri viventi e le funzioni dei diversi enti territoriali competenti.

Questa attività legislativa ha prodotto un elenco degli alberi monumentali d’Italia che attualmente riporta circa 4.700 esemplari o sistemi omogenei.

Fra questi, circa 400 sono individuati sul territorio piemontese.

Le norme contengono i criteri per classificare un albero come monumentale: l’età avanzata, le dimensioni, la rarità botanica, il valore ecologico, il significato storico-culturale.

La Val Chisone

Nel caso della Val Chisone, gli alberi monumentali censiti ci testimoniano una funzione importante per le comunità di un tempo: i boschi di salvaguardia. Si tratta di zone lasciate appositamente a bosco, collocate sui pendii a monte degli abitati, strettamente normati dai regolamenti locali. Il loro ruolo era quello di proteggere le persone e i loro beni dal rischio di valanghe o smottamenti. Purtroppo, col trascorrere degli anni, tale ruolo culturale-gestionale è andato scemando, e si è persa in parte la memoria dei diversi boschi di protezione. Nell’alta valle un percorso attrezzato ci consente di visitare la selva di Chambons (comune di Fenestrelle) con i suoi larici secolari. Accanto a questa, la presenza di altri alberi monumentali, riscontrabili in altri luoghi del pragelatese, ci permette di riscoprire l’antico loro compito. L’incontro con i maestosi larici sopra il Puy di Fenestrelle o gli enormi cembri dell’inverso di Soucheres Basses (Pragelato) fanno davvero rimanere senza fiato. Una leggera brezza fa muovere le loro fronde. Il silenzio della montagna viene interrotto dai loro esili racconti. Ci parlano di un rapporto molto stretto fra uomo e ambiente, a volte rispettoso, a volte indisciplinato. Ci testimoniano come il paesaggio di oggi sia fortemente influenzato dalle scelte del passato, più facilmente comprensibile se analizzato utilizzando anche un punto di vista culturale.

 

Per approfondimenti:

Alberi monumentali in Piemonte

 

 


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