Scienza e tecnologia

i fan degli action lo ameranno!

A distanza di oltre tredici anni dalla terza, controversa incarnazione della saga numerata che aveva fatto storcere il naso ai fan della prima ora, Ninja Gaiden è pronto ad approdare su PC e console con un’avventura del tutto inedita, stabilmente radicata nelle robuste fondamenta gettate dalla prima trilogia ma anche sorprendentemente votata a rinfrescarne la formula senza, però, tradirne lo spirito (recuperate qui la nostra recensione di Ninja Gaiden 2 Black). Grazie a un codice preliminare fornito da Xbox Game Studios (publisher dell’opera), abbiamo potuto testare i primi quattro stage della campagna di Ninja Gaiden 4 saggiandone le qualità tecniche, strutturali e ludiche ma abbiamo dato anche una prima occhiata alle nuove modalità accessorie che avranno il compito di incrementare la dotazione contenutistica del pacchetto.

Un sodalizio incredibile

Team Ninja e PlatinumGames sono al lavoro sullo stesso progetto: basterebbe solo questa suggestione, una prospettiva invero parecchio allettante, a fare aumentare la salivazione nei palati dei videogiocatori appassionati del genere dei giochi d’azione. Del resto, da un lato troviamo il team nipponico fondato dal leggendario Tomonobu Itagaki, già artefice di franchise apprezzatissimi come Dead or Alive, mentre, dall’altro, c’è un’autentica istituzione nella sotto-categoria degli stylish action, con all’attivo titoli del calibro di Nier: Automata, Bayonetta e Metal Gear Rising: Revengeance (vi ricordate quanto era bello Metal Gear Rising Revengeance?). Saperli all’opera sul franchise di Ninja Gaiden è francamente assai stimolante.

Nato sui cabinati arcade alla fine degli anni ’80 e assurto a una certa notorietà dapprima sulle console Nintendo e successivamente, in misura ancora maggiore, su quelle di Sega, il brand di Ninja Gaiden è diventato ben presto sinonimo di giochi d’azione soddisfacenti ma dal livello di difficoltà elevatissimo prima di esplodere, a livello planetario, con la serie reboot curata dal già citato Team Ninja a partire dal 2004. In tale occasione, la serie è passata dall’originale concezione di sidescroller a piattaforme a quella di action tridimensionale truculento, straordinariamente tecnico e altrettanto sfidante, proiettando il ninja Ryu Hayabusa nell’olimpo dei protagonisti più iconici della categoria. E ora sta tornando in piena forma…

Il Drago Oscuro si risveglia

Sotto il profilo narrativo, Ninja Gaiden 4 riprende il racconto poco dopo rispetto al finale della precedente iterazione della saga presentando, tuttavia, un nucleo tematico alquanto differente in termini di setting e atmosfere, arrivando a includere perfino un protagonista del tutto nuovo. Si tratta dell’abile quanto laconico Yakumo, tenebroso discendente del Clan Karasu (il Clan del Corvo) che per anni aveva combattuto le orde di demoni al servizio del Drago Nero restando sotto traccia, lasciando che fosse il clan Hayabusa e, nello specifico, il maestro ninja Ryu a prendersi tutto il merito.

Ritroviamo il nostro nuovo alter-ego impegnato in una difficilissima missione: dovrà infiltrarsi all’interno della prigione di massima sicurezza gestita dal gruppo paramilitare O.D.D. ed eliminare la sacerdotessa Seori la quale, secondo un’antica profezia, rappresenta l’ultimo legame del Drago Nero con il piano materiale, un’ancora spirituale che va recisa per sigillare definitivamente questa minaccia ancestrale. All’indomani dell’eroico tentativo di Ryu di debellare questo potente demone e la sua legione di creature infernali, infatti, le sue vestigia sono rimaste sepolte nel cuore di Tokyo infestando la città e stringendola nella morsa di una pioggia miasmatica che ha spinto la cittadinanza ad un esodo di massa. Proprio quando la capitale piomba nel caos assoluto e dalle viscere della terra emerge la terribile progenie del Drago Nero, Yakumo viene messo di fronte a un’amara verità: non basterà eliminare la sacerdotessa per riconsegnare il Giappone allo splendore di un tempo, bensì dovrà imbarcarsi in un’ardua epopea che lo porterà a confrontarsi con l’oscurità che giace nel suo passato mentre, in un rapporto di collaborazione forzata con la stessa Saori, tenterà di porre fine al regno di terrore di questa potente mostruosità. Nel frattempo, il maestro Hayabusa pattuglia i tetti della città passando a fil di lama gli abbietti diavoli che sgomitano nei vicoli e cerca di porre rimedio, l’ennesima volta, alla mefitica influenza del Drago Nero. Quali saranno le reali mire del Clan Karasu? Quali sacrifici saremo chiamati a compiere per dissipare un nemico apparentemente implacabile? In che modo la storia di Yakumo e quella di Ryu finiranno per intrecciarsi? Data la relativa brevità della nostra prova non abbiamo avuto modo di approfondire questi aspetti della sceneggiatura né tanto meno di capire in che modo i due co-protagonisti/rivali si alterneranno a schermo per tutta la durata della campagna ma, in linea di massima, possiamo dirci soddisfatti di questo primo incontro con la trama di Ninja Gaiden 4.

La storia sembra aver preso le distanze dalle assurdità messe in scena dal terzo episodio per abbracciare un racconto meno sopra le righe ma allo stesso tempo capace di impiegare un registro abbastanza solenne nel tratteggiare un contesto di crisi disperata. Yakumo, dal canto suo, pur rispondendo ai tipici dettami dell’eroe d’azione tutto d’un pezzo che spesso preferisce agire che ragionare, ci è sembrato ben inserito nell’immaginario di Ninja Gaiden con un ruolo che fa da contraltare a quello del leggendario Ryu Hayabusa.

Laddove quest’ultimo incarna l’esperienza e una maestria chirurgica derivante da anni di violenti scontri sui campi di battaglia di tutto il mondo, il giovane ninja del clan Karasu è un talento cristallino ma grezzo che dovrà essere temperato nel corso dell’avventura, mettendolo di fronte a una sfida probabilmente anche più grande di lui. Questa evidente dicotomia potrebbe tradursi in un indovinato gioco di contrasti, funzionale nell’ottica di far risaltare il prode Yakumo mentre si aggiungono ulteriori pagine alla leggenda del suo illustre predecessore. Come se non bastasse, malgrado Ninja Gaiden 4 assuma i connotati di un proseguimento diretto della trilogia originale, la scelta di includere un punto di vista tutto nuovo costituisce, a nostro avviso, un punto di ingresso perfetto per una platea di giocatori che vogliono avvicinarsi per la prima volta alla saga. Non abbiamo ancora avuto modo di farci un’idea complessiva circa la bontà dell’impianto narrativo imbastito da PlatinumGames e Team Ninja sotto la guida del director Yoji Nakao ma la strada intrapresa sembra quella giusta: una storia a tinte cyberpunk condita da una buona dose di mistero e mescolata con le solite, brutali sequenze di azione al cardiopalmo del franchise hanno tutte le potenzialità di cancellare con un colpo di spugna l’infelice parentesi del precedente episodio e riconsegnare Ninja Gaiden ai fasti del passato. Torneremo a parlarne, ovviamente, in sede di recensione.

Un gameplay doppio

Archiviata (almeno per il momento) la parte narrativa del gioco, è tempo di parlare della vera punta di diamante della proposta di qualunque Ninja Gaiden che si rispetti: il comparto ludico. Ninja Gaiden 4, come vi anticipavamo in apertura, eredita la stragrande maggioranza dei concetti di gameplay della trilogia sviluppata da Team Ninja su Xbox e Xbox 360 ma la reinterpreta secondo la visione creativa di PlatinumGames che rimaneggia l’equazione aggiungendo alcuni fattori inediti quanto apparentemente azzeccati.

L’impostazione, tanto per cominciare, è quella che ci si aspetterebbe di ritrovare nel quarto capitolo canonico di Ninja Gaiden: un hack ‘n’ slash imperniato su un interpretazione spiccatamente tecnica dei combattimenti e immerso in un vero e proprio bagno di sangue. Il cambio di paradigma nel ruolo di protagonista non ha intaccato la firma stilistica del franchise che rimane un raffinatissimo conglomerato di azione all’arma bianca permeato da uno straripante carico di violenza e smembramenti. Lo schema di comandi, piuttosto intuitivo ed accessibile, nasconde in realtà un’insospettabile stratificazione concretizzata in uno sconfinato elenco di possibili combo, manovre evasive e tecniche segrete che faranno la gioia dell’utenza più smaliziata. Sostanzialmente, il gioco si mantiene su ritmi piuttosto elevati mettendo i protagonisti di fronte ad autentiche orde di avversari da fare a pezzi sfruttando l’ampia varietà di ferri del mestiere a nostra disposizione ma senza sottovalutare la lettura strategica degli scenari poiché sottovalutare la minaccia, come in tutti gli episodi precedenti, significa incorrere di frequente nella schermata del Game Over: come da tradizione, Ninja Gaiden 4 è un gioco che non fa sconti e che richiede una certa concentrazione per portare a termine anche le sequenze meno concitate, specie ai livelli di difficoltà più elevati. Torna la classica suddivisione in colpi leggeri e pesanti (questi ultimi caricabili per scatenare una serie di fendenti o per concedere il colpo di grazia ai nemici morenti), tornano i taglienti shuriken utili per mantenere alto il contatore delle combo e torna la necessità di parare o schivare gli attacchi in arrivo agendo sul grilletto destro del pad: a dispetto dell’avvicendamento al timone della produzione, il feeling generale di questo nuovo Ninja Gaiden è rimasto del tutto inalterato.

Accessibilità e difficoltàGli sviluppatori di Ninja Gaiden 4 hanno rivolto un occhio di riguardo alle opzioni di accessibilità del gioco. Oltre alle modalità di visualizzazione ad alto contrasto e alla possibilità di rimappare tutto lo schema dei comandi, sono stati introdotti ben 4 livelli di difficoltà che vanno da Eroe a Maestro Ninja passando per Normale e Difficile. Laddove, naturalmente, il preset Maestro Ninja rappresenta la sfida definitiva per gli spadaccini più hardcore, quella Eroe consente a tutti di fruire dell’esperienza di Ninja Gaiden 4 grazie all’implementazione dell’auto-guardia e di altri aiuti attivabili nell’apposito menu.

C’è però una novità importante derivante dalle abilità peculiari del ninja del Clan Karasu. Yakumo, infatti, è stato addestrato nel cosiddetto Ninjutsu del Fulcro Sanguigno, un’antica tecnica segreta tramandata nella sua stirpe, che gli conferisce la facoltà di manipolare il sangue per creare armi speciali con cui seminare il panico sul campo di battaglia. Impugnando normalmente le spade gemelle Takeminakata, cimelio del Clan del Corvo, ad esempio, il ragazzo può eseguire attacchi rapidissimi colpendo a rotazione tutti i nemici che gli si parano davanti in una spettacolare danza di lame e sangue mentre, quando incanala il chakra del Fulcro Sanguigno (tenendo premuto il grilletto sinistro del controller), può trasformare le sue katane in un unica, possente odachi di sangue che sacrifica parte della velocità intrinseca nel suo stile di lotta sull’altare della pura potenza. In questo modo, Yakumo può falciare intere legioni di avversari in un batter d’occhio ma può anche accedere a un paio di mosse utili per fronteggiare i nemici più coriacei e i boss: i colpi vibrati col giusto tempismo attivando il Fulcro Sanguigno, infatti, gli consentono di spezzare la guardia dei nemici e di parare anche gli impatti più devastanti in dirittura d’arrivo, fattori che aggiungono varietà al carnet di tecniche a disposizione del nostro ombroso alter-ego e che rendono le battaglie ancora più sfaccettate e imprevedibili.

L’uso di questa speciale energia, ad ogni modo, è legato ad un indicatore posto nella parte inferiore dello schermo che può essere ricaricato col tempo, colpendo i nemici o eseguendo i coreografici smembramenti: va da sé che sarà necessario imparare a dosare efficacemente il contatore del chakra per non rischiare di rimanere a secco nelle situazioni più critiche. Analogamente, Ninja Gaiden 4 introduce un ulteriore indicatore legato a una meccanica del tutto inedita, ovvero quella della Frenesia. Riempiendo l’apposita barra secondo le metodologie appena descritte, sia Yakumo che Ryu possono accedere per un breve periodo a uno stato di alterazione che moltiplica l’output di danno e che sblocca la possibilità di sterminare interi battaglioni di nemici caricando attacchi leggeri e pesanti (con effetti visivi davvero stupefacenti).

Rimane da valutare l’effettivo bilanciamento di queste nuove aggiunte, soprattutto nelle fasi più avanzate della campagna, ma allo stato attuale ci sono sembrate implementazioni organiche ben amalgamate nella formula classica del brand. L’arsenale a disposizione del Ninja del Corvo, inoltre, comprendeva anche un’arma mai vista prima, una sorta di ibrido tra uno stocco e una lancia denominato Yatousen. A differenza delle katane Takeminakata, Yatousen sembra essere più adatto al combattimento uno contro uno per via di un moveset basato su affondi fulminei e ripetuti che finiscono per polverizzare le difese dei nemici in pochissimi secondi. Stesso discorso per la forma sanguigna che trasforma la lancia in un’imponente trivella capace di martoriare i nemici: poco indicata per gruppi folti di opponenti ma terribilmente efficace in singolar tenzone.

Il turno di Ryu

Che dire, invece, dell’inimitabile Ryu Hayabusa? Il codice di prova a nostra disposizione ci ha dato modo di impersonare anche il leggendario Ninja Dragone che si è presentato all’appuntamento in grande spolvero brandendo la sua affilatissima Spada del Drago. Laddove lo spadaccino mascherato non potrà (ovviamente) accedere al Fulcro Sanguigno, tenendo premuto il grilletto sinistro

Ryu assumerà quella che viene chiamata Forma di Luce, una manifestazione del suo ki che incrementerà la rapidità dei suoi colpi e gli darà accesso a contrattacchi lampo che, a seguito di un parry ben eseguito, gli consentono di falciare sul posto il malcapitato di turno. E sì, tornano anche i Ninpo, naturalmente. PlatinumGames e Team Ninja sembrano aver infuso particolare attenzione nella caratterizzazione dei due protagonisti che sono stati dotati di stili di combattimento sensibilmente differenti in modo da rendere l’offerta ancora più eterogenea e rigiocabile. Anche in questo caso rimandiamo il giudizio alla versione definitiva ma ci sembra una trovata piuttosto brillante, non c’è che dire. Per il resto, il gameplay di Ninja Gaiden 4 sembra sufficientemente robusto e rifinito da regalare le giuste dosi di soddisfazione ai più temerari guerrieri del joypad, specie durante le bossfight, qui presenti in larga copia. La demo che abbiamo provato comprendeva ben due scontri con nemici dalle proporzioni generose e dai colpi devastanti che abbiamo tirato giù sudando le proverbiali sette camicie. In questi frangenti, il titolo mette in scena leggere variazioni della sua grammatica ludica per consegnare nelle mani del giocatore battaglie dinamiche ed eleganti che possono nascondere una notevole profondità.

Una Tokyo demoniaca

Per quanto concerne la navigazione degli scenari, Ninja Gaiden 4 incapsula fedelmente tutti i canoni codificati delle precedenti iterazioni ma li arricchisce con qualche intelligente integrazione mirata a diversificare le circostanze in cui ci troveremo coinvolti in modo da rendere l’esplorazione sempre stimolante, anche dopo ore dall’inizio della campagna. Il level design, pur evidentemente lineare nella sua concezione, prevede diverse diramazioni che spesso possono contenere forzieri o altri oggetti collezionabili.

Per muoversi all’interno delle varie ambientazioni, oltre alle consolidate tecniche di corsa sul muro e al Colpo dell’Uccello Volante che consente di scalare le pareti adiacenti per mezzo di fulminei salti a catena, questa quarta uscita della saga include un rampino utile a coprire distanze altrimenti impossibili o raggiungere i piani più alti degli edifici (fattore che ha permesso al team responsabile di sviluppare le mappe più in verticale rispetto alle precedenti edizioni) e diverse sequenze in cui i due ninja protagonisti dovranno – prendendo in prestito un termine dal gergo della disciplina dello skateboarding – ‘grindare’ delle rotaie facendo attenzione agli svariati ostacoli che sbarreranno il loro percorso.

Questi ultimi, in particolare, ci sono sembrati piuttosto ispirati: l’influenza della maledizione del Drago Nero e dei suoi luogotenenti finisce di frequente per distorcere la realtà piegando le rotaie, facendo apparire dei treni fantasma che intendono travolgerci e via discorrendo. Nel corso del nostro cammino, inoltre, potremo incontrare due diversi tipi di checkpoint: i terminali DarkNest e il Mentore Tyran. Il primo consente di spendere i NinjaCoin raccolti per acquistare oggetti di cura e altri strumenti consumabili utili ma anche di approfondire il rapporto con diversi NPC (tra cui spicca Umi, la ‘centralinista’ del Clan Karasu) e addirittura accettare missioni secondarie da svolgere durante l’avventura che possono spaziare da eliminare un determinato gruppo di nemici ad affrontare vere e proprie bossfight opzionali.

Il Mentore Tyran, invece, permette di imparare nuove abilità spendendo i punti Karma ottenuti in battaglia oppure di fare pratica in una vasta gamma di tutorial utili ad affinare le capacità meccaniche dell’utenza. A completare il quadro contenutistico, ci pensano i Cimenti, sfide dalla difficoltà crescente che possono essere affrontate tramite il menu principale sia nei panni di Yakumo che in quelli di Ryu Hayabusa: si tratta, in buona sostanza, di prove di combattimento influenzate da una serie di modificatori speciali sia contro i boss che contro orde di nemici ‘standard’. Una volta completate, ricompenseranno con oggetti estetici per personalizzare l’equipaggiamento dei protagonisti o con quantitativi variabili di NinjaCoin. Una buona aggiunta che aggiunge valore alla piano contenutistico delineato dai due team di sviluppo. Rimane da trattare il comparto tecnico, invero il lato della produzione che ci ha convinti meno. A fronte di una direzione artistica innegabilmente ispirata e di buoni modelli poligonali dei protagonisti della vicenda, gli effetti particellari, le esplosioni e qualche animazione ci sono parsi meno curati di quanto fosse lecito aspettarsi mentre gli scenari circostanti alternano scorci davvero grandiosi a panorami tutto sommato piuttosto anonimi. Ci preme reiterare, comunque, che la nostra prova era circoscritta ai soli primi quattro capitoli della campagna, perciò saremo ben lieti di essere smentiti in fase di recensione. Ottimo, invece, il frame-rate che risulta fondamentale per la buona riuscita di titoli di questo calibro: su Xbox Series X, Ninja Gaiden 4 gira a 60fps granitici anche nelle situazioni più affollate, senza alcun tipo di incertezza.


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