Economia

I centri commerciali resistono e rilanciano con 13 nuove aperture entro il 2025


Un settore maturo ma anche resiliente, sempre alla ricerca di nuove idee per rilanciarsi. Questa è la sintesi di quello che rappresentano i centri commerciali, secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Retail Real Estate 2023, realizzata da Reno Your Retail Partners in esclusiva per Confimprese. Secondo l’analisi dell’osservatorio, negli ultimi 12 mesi mobili il settore ha registrato 3 nuove aperture, tra cui la recente Merlata Bloom di Milano e la chiusura di 5 strutture di piccole dimensioni e di rilievo locale che versavano da tempo in condizioni di sofferenza.

Il canale si dimostra quindi maturo, ma mostra segnali di vitalità con nuove aperture, investimenti per rinnovare la proposta commerciale dei centri esistenti e visitatori in crescita. Aumenta però anche il vacancy rate, legato alle difficoltà del comparto abbigliamento. Buone infine le prospettive per i prossimi anni, con una pipeline 2024-2026 che prevede 4 ampliamenti entro il 2025 e 13 nuove aperture.

“I centri commerciali sono canali di aggregazione” illustra Mario Resca, presidente Confimprese, “e si devono evolvere con idee innovative per attirare un consumatore che, anche a causa della spinta inflattiva, acquista i beni di prima necessità e riduce le spese superflue. Il retail in Italia ha un fatturato di 445 miliardi di euro con 1 milione 290 mila imprese e circa 3,4 milioni di occupati, è un serbatoio occupazionale decisivo per il sistema Paese. È necessario che le forze dell’intera filiera siano unite per superare le asimmetrie competitive tra i player fisici e le piattaforme online”.

Nell’ultima foto scattata questo mese, spicca anche l’aumento dei centri commerciali premium che sono aumentati di 5 unità rispetto all’anno scorso, raggiungendo quota 75. Un incremento dovuto all’upgrade di centri che hanno innovato e sono stati premiati in termini di flussi di traffico e dall’apertura recente del centro Merlata Bloom. Scendono invece di 3 unità i centri commerciali di rilievo provinciale, che si fermano a 287 e di una unità i centri locali, che ora si attestano a 630. Dall’analisi del traffico su un campione di 160 centri commerciali, si registra un incremento dei flussi per il secondo anno consecutivo e un cambiamento nei comportamenti del pubblico, che tende a distribuirsi meglio in tutto l’arco giornaliero e settimanale.

L’incremento dei visitatori di quest’anno è stato del 5,8% rispetto al 2022 e risulta ancora più importante se si pensa che già l’anno scorso i centri commerciali avevano fatto registrare un +9,9% sul 2021. Se il picco di traffico resta nel week-end ed in particolare del sabato, nell’ultimo periodo il fenomeno si sta ridimensionando a favore dei giorni feriali con differenze caso per caso. In generale però si nota che il pomeriggio, classico momento dedicato allo shopping, sta lasciando spazio ad altre occasioni di consumo come il mattino o la pausa pranzo.

Le vacancy (gli spazi sfitti) nei centri commerciali aumentano in tutti i rating tranne che nelle strutture con rating AAA, a causa delle difficoltà del settore dell’abbigliamento. Proprio questa situazione però, in un certo senso ha calmierato l’effetto inflattivo dell’ultimo anno e alla fine, la differenza con il 2022 ha fatto registrare solo piccoli incrementi. In questo contesto, le due maggiori associazioni di categoria, Confimprese che rappresenta 450 insegne retail e Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali), in rappresentanza di 400 centri commerciali (all’interno dei quali sono collocati 16 mila negozi), hanno avviato un tavolo con l’obiettivo di una migliore definizione del rapporto tra retailer e proprietà immobiliari, puntando a raggiungere i circa 1.300 centri commerciali presenti sul territorio nazionale.

“L’accordo con Cncc”, prosegue Resca, “apre un dialogo importante con le nostre imprese associate, per il proseguo di un legame sempre più solido con l’associazione nazionale dei centri commerciali, che ci permetterà di sostenere i retailer nello sviluppo della rete distributiva e nel sostegno ai consumi, che stanno vivendo una fase molto delicata. Ed è il primo passo verso una maggiore collaborazione tra retailer e proprietà immobiliari per il buon funzionamento dei centri”. Un accordo che riunisce l’intera catena del valore di chi crea, investe e sostiene i luoghi dello shopping.

“Siamo molto soddisfatti del lavoro avviato con Confimprese, volto alla definizione di linee guida e best practice per la gestione nei centri commerciali”, commenta Roberto Zoia, presidente di Cncc. “Questa iniziativa” conclude Zoia, “è particolarmente importante per il Cncc che riunisce in un unico organismo trasversale tutti gli stakeholders, tra cui proprietà, società di servizi e selezionati retailers, collegati all’Industria dei centri commerciali, costituendo l’unica realtà rappresentativa del settore. Per questo motivo, si impegna costantemente per contribuire a rendere più proficuo ed efficace il rapporto tra tenant e landlord, in ottica di una sempre maggiore condivisione e trasparenza, oltre che di costruttiva collaborazione”.


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