I caccia MiG-29 e Su-27 di Mosca alla Corea del Nord: l’accordo tra Putin e Kim che preoccupa Seul
Mosca invierà alla Corea del Nord caccia da combattimento moderni. A rivelare l’informazione è stato il comandante dell’Indo-Pacific Command degli Stati Uniti. Segno che il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin devono aver trovato un “accordo” per un piano di rafforzamento bilaterale direttamente collegato all’invio di truppe nordcoreane sul fronte ucraino.
I soldati nordcoreani si uniscono alla controffensiva russa nel Kursk, e il Cremlino invia armi moderne a Pyongyang. Secondo quanto rivelato dall’ammiraglio della Marina degli Stati Uniti S. Paparo nel corso del Reagan National Defense Forum, la Russia intende inviare alla Corea del Nord un numero imprecisato di caccia Su-27 e MiG-29. Si tratta di aerei da combattimento di 4ª generazione. Così, mentre i soldati nordcoreani combattono gli ucraini nell’oblast di Kursk, i russi rafforzano il “regime solitario” con caccia sicuramente più moderni di quelli attualmente disponibili nella flotta di Pyongyang.
Secondo gli analisti, la Corea del Nord possiede un “numero considerevole di aerei da guerra“, ma la maggior parte di questi possono essere considerati velivoli decisamente “superati e obsoleti”. Stiamo parlando di derivati cinesi di jet di fabbricazione sovietica risalenti alla Guerra Fredda. Caccia a reazione di prima e seconda generazione come il MiG-17, il MiG-19 e il MiG-21. La flotta della Korean People’s Army Air Force, può contare su un numero ridotto di MiG-29, considerato come il “più moderno aereo da caccia” della Corea del Nord, ma si tratterebbe di soli 35 esemplari di un velivolo comunque superato.
Le fonti d’intelligence americane sono convinte che Mosca e Pyongyang abbiano già concordato il trasferimento di aerei da combattimento. Ciò sarebbe stato accordato tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2024, proprio mentre i primi battaglioni di forze speciali nordcoreani venivano schierati ai confini dell’Ucraina. Sembra “chiaro che la Russia offrirà al suo alleato una remunerazione in cambio di questo supporto“, scrivono su The Avionist dopo aver appreso l’informazione dal vertice del Comando dell’Indo-Pacifico. Attualmente non è chiaro quali saranno gli “aggiornamenti esatti” di MiG e dei Sukhoi che la Corea del Nord sta aspettando.
Aerei passati ad alleati sprovvisti
La decisione dalla Russia di fornire all’alleato nordcoreano squadriglie di aerei, comunque obsoleti, in assenza di piattaforme più moderne non è molto diversa da quella della Nato, che si è invece “trovata” a dover fornire in gran fretta velivoli, in alcuni casi comunque prossimi alla radiazione, al partner ucraino.
I caccia che Mosca a promesso a Kim, non possono competere con la moderna flotta della Rokaf, la forza aerea della Corea del Sud, che può contare su un buon numero jet moderni forniti dagli Stati Uniti, tra cui l’F-35 Lightning II, l’F-16 Fighting Falcon e l’F-15K Slam Eagle. È tuttavia indubbio che Kim-Jong un potrà essere certo di aumentare le sue capacità di difesa dello spazio aereo nordcoreano, dal momento che il Sukhoi Su-27 resta ancora oggi una piattaforma eccezionale anche nelle sue versioni più arretrare, e lo stesso vale per le ultime versioni del MiG-29. Che per altro si sono distinte nel conflitto ucraino dalla parte della di Kiev.
Il primo passo di un vero rafforzamento?
La preoccupazione maggiore del governo sudcoreano, che, in seguito allo schieramento di truppe nordcoreane in sostegno a quelle russe nell’ambito del conflitto ucraino, si era detto “pronto a inviare armi a Kiev“, è che l’invio dei caccia sia solo il primo passo di una “modernizzazione complessiva” dell’esercito della Corea del Nord. L’inizio di un piano di rafforzamento che potrebbe portare all’arrivo di sistemi d’arma tecnologicamente avanzati, che rappresenterebbero una minaccia aggiuntiva per Seoul e per gli alleati nella regione dell’Indo-Pacifico.
Un’analisi che vede la Corea del Nord, isolata e sottoposta a dure sanzione, come uno dei “pochi sbocchi” che sono rimasti alla Russia per le sue “esportazioni di equipaggiamento militare“. Diminuite fino al 93% negli ultimi tre anni secondo quando riportato dalla stampa estera. Gli alleati di Washington nel Pacifico temono che un supporto più articolato da parte di Mosca possa rendere il regime nordcoreano molto più pericoloso sul piano convenzionale, mettendo da parte il terrore per il rocketman Kim Jong-Un e per i suoi test missilistici.
Certo, questa disponibilità di “armi e tecnologie” da esportare verso potenze terze non coinciderebbe con quanto scritto in questi anni sulle capacità dell’industria bellica russa, né spiegherebbe come il governo nordcoreano potrebbe pagare tali armamenti, se non con altri soldati da impiegare in prima linea.
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