Toscana

I beni alimentari e le bollette si mangiano i soldi degli aretini: “L’oro non lo compro più”


L’inflazione, che misura l’indice dei prezzi al consumo, a settembre scorso è stata dell’1,6%. A decretarlo l’Istat in base al paniere di beni stabilito per il 2025. Scendendo nel dettaglio dei dati si legge che a pesare di più è l’aumento del prezzo dei beni alimentari con un + 3,70%, seguito dall’inflazione nel settore dei servizi + 3,1% e quella dell’energia +1,8%. Per i cittadini tutto questo si traduce con un minor potere d’acquisto. Ne sono ben consapevoli gli aretini che rispondono alle domande di Arezzo Notizie. 

Come cambia la spesa degli aretini

“Si rinuncia alla parrucchiera purtroppo” oppure “I viaggi che ci piacciono tanto non li possiamo fare ogni anno, ma magari ogni 4 anni e dobbiamo diminuire anche le serate in certi ristoranti più particolari”. Gran parte delle entrate familiari sono infatti assorbite dalla spesa alimentare e dalle bollette: “Alla fine cosa ci rimane? Se poi c’è da pagare anche il mutuo.”

A rispondere così sono i cittadini che passeggiano ma anche qualche commerciante che quotidianamente ascolta gli sfoghi dei propri clienti: “Chiedono di spendere meno anche nell’abbigliamento, ma le cose di qualità costano sempre di più anche a noi quando andiamo nei magazzini, all’ingrosso” spiega un’ambulante del mercato di Sant’Agostino.

Arezzo città dell’oro, ma…

Un capitolo a parte, forse più doloroso, è costituito dal cambiamento sul fronte dei regali e degli acquisti cosiddetti superflui o che una cittadina ha definito “coccole psicologiche personali”. Insomma Arezzo città dell’oro, ma gli aretini comprano sempre meno gioielli: “E chi se lo può permettere?” risponde qualcuno. Alla difficoltà economica di poterlo acquistare si affianca poi un cambiamento epocale in atto ormai da anni che vede la sostituzione dei regali in oro con altri oggetti, tra i quali quelli tecnologici, “mia moglie ha chiesto la bicicletta per il suo compleanno ad esempio” ci racconta un aretino.

L’altra faccia della medaglia di Arezzo, città dell’oro, è lo sviluppo sempre più accelerato del settore degli investimenti sotto forma di lingottini da un grammo in su. Non sono poche le aziende che stanno spostando la loro produzione orafa in questa direzione accompagnando la loro vendita a tutta una serie di servizi di garanzia, stoccaggio, tracciabilità e assicurativi. La produzione di oro da investimento di contro però ha la mancanza del valore aggiunto della manodopera specializzata perché non ha bisogno di una particolare lavorazione artigianale e artistica e il suo prezzo finale è quasi interamente determinato dal prezzo dell’oro al quale si aggiungono i costi di fusione e di certificazione della purezza. È un settore che attira sempre più gli aretini come clienti. Chi ne ha le possibilità li acquista come forma di accantonamento di un capitale oppure, nelle pezzature più piccole, li regala. “Ma con il prezzo di questi giorni meglio aspettare” conclude ragionevolmente un aretino. Anche oggi infatti il prezzo dell’oro oscilla tra i 109 e i 110 euro al grammo.

 


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