Cultura

i 10 migliori album della sua carriera, nella classifica del magazine Mojo


In vista della sua esibizione da headliner al Festival di Glastonbury di quest’anno, la rivista Mojo ha selezionato quelli che ritieni i dieci album fondamentali di Neil Young. E nell’introduzione, a cura di Ross Bennett, ha scritto: “Quale Neil Young preferite? Il sognatore hippy? Il rocker intenso? Il devoto sperimentatore del synth? Il signore del grunge? Il polemista pacifista? Da quando è emerso, nel 1966, come membro dei Buffalo Springfield, il cantautore canadese ha assunto tutte queste forme, a volte anche più di una contemporaneamente. Ma una costante rimane: appena il mondo inizia a digerire la sua ultima creazione, lui è già altrove”. Aggiungendo una nota sulle scelte: “Noterete due ampi vuoti in questa classifica, gli anni Ottanta e i Duemila. Sebbene i primi non siano totalmente privi di grandi canzoni (“Re-ac-tor”, “Old Ways” e “Freedom” hanno i loro momenti), c’erano troppi album imprescindibili nei decenni vicini”.
Ecco allora la classifica: dei dieci migliori album di Neil Young secondo Mojo (qui il servizio completo).

1. After The Gold Rush (1970)
2. Rust Never Sleeps (1979) – Neil Young & Crazy Horse
3. Harvest (1972)
4. On The Beach (1974)
5. Everybody Knows This Is Nowhere (1969) – Neil Young & Crazy Horse
6. Tonight’s The Night (1975)
7. Ragged Glory (1990) – Neil Young & Crazy Horse
8. Zuma (1975) – Neil Young & Crazy Horse
9. Harvest Moon (1992)
10. Psychedelic Pill (2012) – Neil Young & Crazy Horse

In precedenza, si era cimentata nell’impresa anche la rivista GQ, pubblicando la top ten di quelli che considera i suoi album migliori pubblicati nel corso di una carriera ultracinquantennale. “Grazie alla sua unicità, alla sua versatilità e alla sua testardaggine – scrive Killian Faith-Kelly nell’introduzione – Young sfugge a qualsiasi paragone. In qualsiasi momento, in qualsiasi album, non è mai come ci si aspetterebbe. Suona rock ‘n’ roll con un disinteresse risoluto per la spavalderia muscolare del genere, preferendo invece un’introspezione sensibile che esprime attraverso il suo caratteristico timbro tenorile. È il ‘padrino del grunge‘, citato nella lettera d’addio di Kurt Cobain, ma ha fatto tanto per il folk quanto la sua vecchia amica Joni Mitchell… Ci troviamo davanti a una delle discografie più rispettate e venerate della storia della musica”, conclude il magazine.
Ecco i dieci dischi migliori di Neil Young secondo GQ.

10. Zuma (1975)
9. Ragged Glory (1990)
8. Harvest Moon (1992)
7. Tonight’s The Night (1975)
6. On The Beach (1974)
5. Time Fades Away (1973)
4. Harvest (1972)
3. After The Gold Rush (1970)
2. Everybody Knows This Is Nowhere (1969)
1. Rust Never Sleeps (1979)

Di recente, Neil Young ha presentato il suo nuovo documentario “Coastal”. Un film personale e dietro le quinte, che segue Young durante le date del suo tour del 2023, offrendo “uno sguardo ravvicinato e intimo sulla vita di uno dei cantautori e musicisti più iconici della storia”.
“Con ‘Coastal’ volevo evidenziare l’autenticità, l’apertura e la vulnerabilità di Neil come persona, musicista e performer,” ha dichiarato Hannah in un comunicato. “È puro e onesto come pochi. È profondamente devoto alla sua musa artistica, il che a volte ha reso difficile catturare le canzoni, dato che non sapevamo mai cosa avrebbe suonato o quale strumento avrebbe scelto. Ma ciò che siamo riusciti a catturare è magico, rivela verità, sentimenti ed emozioni in questi gioielli nascosti, oltre a un ritratto ravvicinato di un artista che suona con il cuore, senza alcuna artificiosità”.
Al documentario è affiancato l’album “Coastal: The Soundtrack”, composto da 11 tracce, che vede Young suonare chitarre, pianoforte e armonica.




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