Hotline TNT – Raspberry Moon
Gustosissimo terzo giro di giostra per la band shoe-grunge newyorkese degli Hotline TNT. “Raspberry Moon” – questo il titolo della nuova fatica discografica dei Nostri (pubblicata per la Third Man Records di Jack White) – è viaggio sonoro fatto di raffinatezza e accessibilità, in cui Will Anderson e soci provano a fare ciò che gli riesce meglio: disegnare melodie sublimi attraverso un valzer di chitarre distorte. Sì, insomma, ascoltando gli undici brani che vanno a comporre il disco, non si può fare a meno di restare ammaliati di fronte all’orecchiabile malinconia power-pop del lavoro in questione.

“Candle”, per esempio, è pura dinamite shoegaze, anche se annaffiata attraverso una nuova luminosità arena-rock che lascia davvero risplendere ogni elemento (compresi i bassi sinuosi e ondulati). Mentre la traccia iniziale, “Was I Wrong?”, è una nevicata di suoni distorti che catapultano – in medias res – l’ascoltatore all’interno delle atmosfere epiche che si respirano scandagliando l’album con una certa devozione. Del resto, “Raspberry Moon” è anche il primo vero progetto curato da tutta la band. E la musica, in tal senso, trasuda una nuova consapevolezza. Va da sé, naturalmente, che l’album introduca nuove prospettive nella scrittura del sunnominato Will, dove temi vitali quali l’amicizia e l’amore si intrecciano morbidamente e vanno ad incrociarsi con delle linee di chitarra che a definire “scintillanti” si corre quasi il rischio di inciampare nell’eufemismo spicciolo.
Detto questo, la scrittura dei testi è più varia che mai. Se “Julia’s War” (primo estratto dal disco) gira intorno ad un ritornello quasi da falò (o da arena, per l’appunto), “Dance The Night Away” possiede tutte le stimmate dell‘instant classic, condito com’è di sublimi percussioni intricate e di sperimentazioni stilistiche che danzano fluttuando in un armonico (nonché splendido) contrasto. Appare chiaro che la forza trainante degli Hotline TNT, nel corso del tempo, si sia costruita un seguito di culto grazie alla robustezza delle melodie distorte del passato e di tutti quegli inni emotivamente crudi che viaggiavano sui binari di tematiche come i cuori infranti, i cambiamenti e il panico esistenziale. Ecco. “Raspberry Moon” riesce a portare tutto ciò ad un altro livello e a trionfare nella sua capacità di sintetizzare così tanti stili diversi in un qualcosa di dannatamente unico: ben più ampio, ben più audace, decisamente più entusiasmante. E allora tanto vale perdersi in pezzoni nostalgicamente fotonici come “Break Right” o nella speranza amara di “Lawnmower” e assaporarne ogni sfumatura.
“Raspberry Moon”, in definitiva, rappresenta l’ennesima prova convincente della formazione americana. Di più. La terza opera in studio degli Hotline TNT (coadiuvati magnificamente da quel genio della produzione che risponde al nome di Amos Pitsch) è una dichiarazione – piuttosto potente – di speranza e ottimismo. Due sentimenti che qui sono avvolti in una coltre di vibrante fuzz-rock-garage. In soldoni, ci troviamo al cospetto di un album che vi scaverà dentro come un vecchio romanzo di Jack Kerouac. A volte l’estate può essere ancora più dolce se accompagnata dal disco giusto.
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