Lazio

“Ho fiducia nella verità, sia fatta piena luce soprattutto per Chiara” – Il Tempo


Rita Cavallaro

«Ho fiducia che sia fatta piena luce, fiducia nella verità e nella giustizia, soprattutto per Chiara». Sono le prime parole, piena di speranza e colme di fiducia che nella ricerca di quella verità in grado di dimostrare la sua innocenza, di Alberto Stasi, il bocconiano condannato per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, massacrata nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2017. Stasi, assolto nei primi due gradi di giudizio e ritenuto colpevole dopo che la Cassazione aveva disposto un appello bis, sta scontando la pena di 16 anni nel carcere di Bollate, dove è ritenuto un detenuto modello tanto che sta già usufruendo dei permessi di lavoro all’esterno, con regole rigide sugli orari di uscita ed entrata dal penitenziario. Sebbene la notizia sulla scoperta della paternità di quel Dna sinora ignoto sulle unghie di Chiara, in relazione al quale oggi sarà sottoposto al prelievo del tampone salivare il nuovo indagato Andrea Sempio, nell’ambito di un’inchiesta che potrebbe aprire alla difesa di Stasi la strada della revisione, Alberto cerca di andarci cauto e di affrontare con razionalità e pazienza la situazione. «È un bel casino, vediamo come va», ha detto in una breve telefonata all’avvocato Giada Bocellari, che insieme al collega Antonio De Renzis assiste Stasi. «Alberto è molto razionale, ormai ha praticamente scontato la sua pena ed è fiducioso, però, che venga fatta giustizia, perché lui si è sempre dichiarato estraneo», ha aggiunto la penalista.

 

 

Insomma, Alberto resta a guardare, perché tanto ormai, dopo l’ammissione al lavoro esterno nel 2023, potrebbe ottenere la semilibertà, ultimo passaggio prima dell’uscita dal carcere dopo la condanna diventata definitiva dal 2015. «Al momento, noi non faremo un’istanza di revisione del processo sull’onda mediatica, non abbiamo fretta di fare cose eclatanti, non si tratta ormai di tirare fuori qualcuno di galera, perché Alberto la pena l’ha già praticamente scontata», ha spiegato l’avvocato Bocellari, garantendo che «la faremo prima o poi quell’istanza, ma solo quando avremo gli esiti della consulenza dei pm» sulle tracce genetiche, che sarebbero riconducibili a Sempio. Il nuovo indagato, già finito nel mirino degli inquirenti nel 2017 ma poi archiviato, oggi si presenterà dai carabinieri per il prelievo del suo profilo genetico, come ordinato dal gip a seguito del rifiuto di Sempio a sottoporsi al prelievo. La traccia sarà poi confrontata con quel cromosoma Y maschile rimasto ignoto, trovato su due frammenti di unghie di Chiara.

 

 

La Procura di Pavia, che ha già disposto una consulenza genetica, e che si avvarrà degli strumenti di ultima generazione per la comparazione dei profili genetici, vuole verificare anche la compatibilità tra le impronte digitali lasciate dall’assassino sulla scena del crimine e confrontare la grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la misura delle scarpe di Sempio. L’indagato è «distrutto» per la nuova inchiesta a suo carico, tanto che si è preso alcuni giorni di ferie dal negozio di telefonia in cui lavora. «Deve vendere telefoni al pubblico e non se la sentiva di incontrare delle persone», ha detto il suo avvocato, Massimo Lovati. Andrea, che ieri ha compiuto 37 anni, «non regge il colpo», ha aggiunto il difensore, e si proclama innocente, nonostante gli accertamenti peritali della difesa di Stasi, confluiti ora come impulso nell’inchiesta, lo «inchioderebbero». Ad ogni modo, precisa l’avvocato Bocellari, bisogna «essere garantisti ora con Sempio, cosa che non è mai stata fatta, invece, con Stasi».

 


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