Salute

“Ho abortito a 17 anni, avevo sofferto molto. Poi l’anno dopo ho avuto mio figlio Carlo Calenda che oggi è dimagrito ed è bellissimo”: così Cristina Comencini

La regista, scrittrice e sceneggiatrice Cristina Comencini è stata intercettata da Il Corriere della Sera sull’onda del successo del film “Il treno dei bambini” con Serena Rossi, tratto dall’omonimo romanzo di Viola Ardone, che su Netflix ha agguantato quasi trenta milioni di visualizzazioni: “Mi sembra incredibile, anche perché chissà quante persone ci sono davanti a uno schermo… Ho provato a dare una ragione. Il tema del film e, prima, del libro, è cosa resta dopo la guerra. Le guerre non finiscono quando si smette di combattere, i disastri che fanno nelle relazioni affettive continuano nel tempo. Si perde il valore dei contatti umani, della maternità, della cura dei bambini. Lo testimonia la foto del bambino di Gaza con le braccia amputate che ha vinto il World Press Photo. Cosa raccontiamo ai piccoli?”.

E a proposito di bambini, la Comencini sin da giovanissima è stata circondata di bambini, i suoi figli. Il primo è stato il politico Carlo Calenda: “Lui è giovanissimo. È dimagrito ed è bellissimo. Lo desiderava molto e ce l’ha messa tutta. Ha ‘smesso’ di mangiare. Io e Carlo siamo cresciuti completamente insieme. E subito dopo è nata Giulia. Poi è arrivato Luigi e poi è nato il figlio di Carlo. Ho passato la giovinezza con i bambini, ho cresciuto in pratica 4 figli. Me li portavo dappertutto, anche all’università a dare gli esami”.

Però a diciassettenne anni, l’anno prima di avere Carlo, ha abortito era “il figlio di quest’uomo che amavo e che poi è diventato mio marito. Avevo sofferto molto. Non volevo ripetere. La legge sull’aborto non la toccheranno. Sanno che un miliardo di persone scenderebbero in piazza”.

Mamma giovanissima e nessun rimpianto? “È andata così. Ne sto scrivendo nel mio prossimo romanzo che uscirà per Feltrinelli in ottobre, si chiama L’epoca felice, e parlo dell’adolescenza, che è un momento fondamentale dell’esistenza, anche con quelle mattane… e poi però ti calmi, e ti costringi in ruoli che non sono tuoi, e perdi la tua identità. Ma la vita ti sorprende, e ti porta anche dove non vuoi. Avere i figli così presto mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto”.

La trama de “Il treno dei bambini” – 1946. Amerigo ha sette anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta. Il suo mondo, fatto di strada e povertà, però sta per cambiare. A bordo di uno dei “treni della felicità” passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna, lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta ad una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Gli serviranno molti anni per scoprire la verità: chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare. Dal bestseller di Viola Ardone un film epico e struggente. Un viaggio attraverso la miseria, ma anche la generosità dell’Italia del dopoguerra, vista dagli occhi di un bambino diviso tra due madri.


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