Cultura

Hayao Miyazaki, l’horror vietato ai minori che Studio Ghibli non ha mai realizzato



Hayao Miyazaki ha preso in considerazione l’idea di adattare il manga horror “Parasyte” di Hitoshi Iwaaki. Una mossa che avrebbe rappresentato una vera e propria rivoluzione per lo Studio Ghibli, distaccandosi dai fantasy per famiglie tipici dello studio d’animazione. Perché il progetto non ha mai visto la luce?

Da decenni, lo Studio Ghibli è sinonimo di fantasy, meraviglia ed emozioni profonde, grazie a classici d’animazione come La Città Incantata, Il mio vicino Totoro e Principessa Mononoke. Sotto la direzione di Hayao Miyazaki, lo studio si è ritagliato uno spazio unico nel cinema mondiale, producendo film che incantano i bambini e commuovono gli adulti. A quanto pare, in passato, la stravagante filmografia di Studio Ghibli si è avvicinata a qualcosa di molto più intenso e oscuro.

Stando a quanto riportato nel 2015 da Anime News Network, lo studio avrebbe seriamente preso in considerazione l’idea di adattare Parasyte, il manga horror grottesco di Hitoshi Iwaaki, in cui invasori alieni infettano l’umanità. Persino Miyazaki era d’accordo con l’idea. Considerando la natura violenta e inquietante di Parasyte, lontana anni luce dal mood Ghibli, questa rivelazione ha scioccato molti fan. Tuttavia, per quanto possa sembrare folle, Parasyte avrebbe potuto adattarsi allo studio meglio del previsto, se non fosse stato per un grosso ostacolo che ha fatto naufragare il progetto.

Parasyte: quando lo Studio Ghibli stava per lanciarsi nell’horror

È stato il produttore Toshio Suzuki a raccontare questo incredibile retroscena. Il co-fondatore di Studio Ghibli, ospite di un podcast di TokyoFM del 2015, con il regista Genki Kawamura, ha ricordato quel momento in cui sia lui che Miyazaki erano seriamente interessati ad adattare Parasyte per il grande schermo.

Il manga, pubblicato tra il 1989 e il 1995, racconta la storia del diciassettenne Shinichi Izumi, il cui braccio destro viene occupato da un alieno parassita di nome Destry. La serie, divenuta molto popolare negli Anni Novanta, esplora il significato della coesistenza tra specie e l’etica della violenza. Tutti temi che Hayao Miyazaki ha affrontato nei suoi film, seppur in modi fantastici e simbolici. Ad esempio, Nausicaä della valle del vento si concentra a sua volta sull’equilibrio tra natura e umanità e sul prezzo della sopravvivenza.

Leggi anche La Città Incantata, Hayao Miyazaki analizza la scena clou: un dettaglio è sfuggito a tutti!

Suzuki ha osservato che sono stati probabilmente proprio questi parallelismi filosofici ad attrarre Miyazaki verso il manga, sebbene la narrazione violenta e le immagini raccapriccianti (che non disdegnano smembramenti e morti intense) esulassero dalla poetica di Studio Ghibli.

Hollywood ha stroncato il primo horror dello Studio Ghibli

Nonostante l’interesse di Miyazaki e Suzuki, l’adattamento di Parasyte da parte di Studio Ghibli non ha mai visto la luce. I diritti della serie, purtroppo, erano già stati acquisiti da Hollywood. Nel 1999, la Angry Films di Don Murphy, in collaborazione con la Jim Henson Pictures, annunciò l’intenzione di adattare Parasyte in un film ibrido live-action/CGI. Successivamente, il progetto passò a New Line Cinema, con la regia affidata al regista horror giapponese Takashi Shimizu, noto per The Grudge .

Sfortunatamente, quella versione non ha mai superato lo sviluppo, anche in virtù delle difficoltà di adattare un manga filosofico in un film hollywoodiano mainstream. Nel 2014, Madhouse ha pubblicato un adattamento anime di 24 episodi, intitolato Parasyte – L’Ospite Indesiderato. Se i diritti fossero stati disponibili, tuttavia, è intrigante immaginare che tipo di film avrebbe potuto realizzare Hayao Miyazaki. Lo Studio Ghibli avrebbe osato, raccontando una storia più adulta e abbracciando il gore?

Leggi anche Studio Ghibli, Hayao Miyazaki ha diretto un unico video musicale: lo conoscono in pochissimi

Lo Studio Ghibli realizzerà mai un film vietato ai minori?

I fan non sapranno mai come sarebbe stato un Parasyte diretto dallo Studio Ghibli. Tuttavia, sapere che un manga cupo e violento è stato preso in considerazione aggiunge una nuova e affascinante dimensione all’eredità dello studio. Ricorda inoltre che lo studio ha sempre nutrito un profondo interesse per gli impulsi più oscuri e i grandi dilemmi dell’umanità. Ghibli si avventurerà mai in territori vietati ai minori? Chi può dirlo.

Vale la pena notare che lo studio non è del tutto estrano alla violenza o ai temi maturi. Si pensi a Principessa Mononoke, che presenta scene esplicite e arti amputati. O a Una tomba per le lucciole, diretto da Isao Takahata: una delle rappresentazioni di guerra più strazianti nel cinema d’animazione. Quei film, però, bilanciavano contenuti cupi con una narrazione lirica e sfumature emotive, assicurandosi di non sconfinare mai completamente nel vietato ai minori.

Un adattamento di Parasyte avrebbe richiesto un livello di violenza e orrore che Ghibli non aveva mai affrontato prima. Detto questo, se Miyazaki avesse trovato il modo di incanalare il nucleo filosofico del manga in una cornice stilisticamente più coerente con lo studio, il risultato avrebbe potuto essere rivoluzionario, aprendo una nuova direzione. L’interesse di Miyazaki e Suzuki non è stato casuale: rifletteva la portata del significato culturale di Parasyte, che, come molti film dello Studio Ghibli, invita gli spettatori a guardare dentro di sé.



Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »