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Hailey Bieber: «Ho avuto un’emorragia post parto ed è stato spaventoso. Ero serena, ma sanguinavo tanto. La gente muore per questo, il pensiero mi ha attraversato la mente»

Delle complicanze avute subito dopo il parto non ne aveva mai parlato così apertamente Hailey Bieber, oggi felice neomamma del piccolo Jack Blues Bieber. In una nuova intervista rilasciata a Vogue Magazine, la modella ha parlato per la prima volta del parto di suo figlio e delle spaventose complicazioni che ne sono derivate. «Partorire è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto», ha evidenziato, precisando che durante la gravidanza ha fatto di tutto e seguito rigorosamente le indicazioni dei medici. Esercizi di respirazione, agopuntura, yoga, terapia del pavimento pelvico, allenamenti, camminate, sollevamento pesi: «Ero sul pezzo! Mi sentivo fisicamente più forte che mai». Ma il travaglio spontaneo in cui sperava non è arrivato. Ha iniziato a perdere liquido amniotico a 39 settimane e il parto ha dovuto essere indotto. «Una cosa pazzesca, per nulla divertente. Mi hanno rotto le acque. Sono entrata in travaglio e ho sofferto per alcune ore. Niente epudurale…», ha ricordato Bieber, sottolineando che ci sono volute 18 lunghe ore prima di poter conoscere il bambino che lei e il marito Justin Bieber avevano avuto.

E c’è di più. Hailey ha avuto un’emorragia postpartum, una criticità comune dopo il parto ma che se non trattata rapidamente può provocare uno shock ipovolemico (il volume del sangue diminuisce così tanto che il corpo non riesce a ricevere ossigeno a sufficienza) ed essere fatale. «È stato un po’ spaventoso», ha ricordato la modella. «Mi fidavo del mio medico con tutta me stessa», ha aggiunto. «Ero serena, sapevo che non avrebbe mai permesso che mi accadesse nulla. Ma sanguinavo davvero tanto, e la gente muore per questo e tale pensiero mi attraversa la mente». Ci sono volute ore e diversi interventi prima che Hailey Bieber fosse considerata fuori pericolo e potesse riabbracciare il suo bambino.

Emorragia post partum, che cosa c’è da sapere

Hailey Bieber non è l’unica celebrity ad aver raccontato di aver avuto un’emorragia post partum. Ne aveva parlato anche Alice Campello, moglie del calciatore Álvaro Morata, quando dopo la nascita della figlia Bella – quartogenita della coppia – è stata ricoverata in terapia intensiva, subendo 17 trasfusioni e rischiando di perdere l’utero.

Questa complicanza può verificarsi in una percentuale che va dal 5 al 15% delle gravidanze ed è anche la causa principale di mortalità e morbilità materna dopo parto, come ha spiegato a Vanity Fair Alessandra Bellasio, ostetrica e divulgatrice sanitaria di Unimamma.it, in un’intervista sulle criticità associate alla nascita di un bambino.

«Scientificamente, si parla di emorragia post partum quando la perdita di sangue supera i 500 ml, ovvero il mezzo litro, entro le prime 24 ore dalla nascita», sottolinea l’ostetrica Bellasio. «Questo riguarda il parto naturale, mentre nel caso del parto cesareo, l’emorragia viene valutata su una perdita che supera i 1000 ml, ovvero il litro di sangue, perché si considera logico perdere più sangue durante un intervento chirurgico. Non tutte le donne che ne soffrono vanno incontro a situazioni particolarmente urgenti o con pericolo di vita, però si tratta in ogni caso di una situazione importante. Quando il corpo della donna si prepara ad affrontare la gravidanza, c’è un aumento del volume di sangue circolante e anche un aumento di circa il 20% di globuli rossi. Quando si superano certi livelli di emorragia può diventare difficile riuscire a compensare e molto dipende anche dalla salute della donna. L’emorragia post partum è responsabile di circa il 25% di tutte le morti materne».

Che cosa succede quando c’è un’emorragia

«Esistono già tutta una serie di tecniche che vengono attuate immediatamente dopo la nascita del bambino per andare incontro alla prevenzione dell’emorragia post partum», sottolinea la specialista. «Simili casi vengono pertanto prevenuti, in particolare nelle donne che hanno fattori di rischio e una predisposizione all’emorragia, tra cui coloro che hanno avuto altre gravidanze. In tutti questi casi, si mette in atto una sorveglianza ancora più stretta, con monitoraggi ancora più intensivi, sebbene vi siano anche casi in cui la donna non presenta fattori di rischio. A quel punto, nel momento in cui viene attestata una perdita di sangue importante, che rientra nella definizione di emorragia post partum, si valutano parametri fisici come il grado di compensazione a tale perdita, i segni vitali, la pressione arteriosa, lo stato di coscienza e via di seguito. A questo punto si valuterà il da farsi, che può prevedere vari interventi. Primo fra tutti, mantenere i parametri vitali della donna monitorati e nella norma, dopo di che verificare la causa dell’emorragia e intervenire per risolverla. In tutto ciò, ovviamente, può entrare in gioco anche la trasfusione di sangue, laddove necessario, e il ricovero in terapia intensiva qualora la situazione fosse davvero molto importante».




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