Guerra, ultime notizie. Gaza, Netanyahu: «Accordo raggiunto, oggi vertice del Gabinetto di sicurezza». Russia, condannati tre avvocati di Navalny
I negoziatori di Israele e Hamas hanno firmato a Doha l’accordo di tregua, assieme ai mediatori di Usa e Qatar. Oggi dovrebbe riunirsi il gabinetto di sicurezza dello Stato ebraico, ma il via libera del governo potrebbe slittare a sabato e l’avvio del cessate il fuoco a non prima di lunedì. L’ultradestra israeliana critica l’accordo, col ministro Ben Gvir pronto a lasciare. Oggi a Bruxelles la vicepresidente della Commissione europea Kallas riceve il premier palestinese Mustafa. Macron in Libano. Visita a Mosca del presidente iraniano Pezeshkian. Pechino invierà il vicepresidente cinese Han all’insediamento di Trump
Ben Gvir ribadisce, lasceremo governo se verrà approvato accordo tregua
Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir ha ribadito che il suo partito di estrema destra Otzma Yehudit lascerà il governo se l’accordo di cessate il fuoco con Hamas firmato ieri sera a Doha sarà approvato, come ci si aspetta accada oggi o domani. Lo riporta Times of Israel. “Adoro il primo ministro Benjamin Netanyahu e mi assicurerò che continui a essere primo ministro, ma me ne andrò perché l’accordo firmato è disastroso”, ha detto. L’accordo “rilascia centinaia di terroristi con le mani sporche di sangue, che, una volta rilasciati, cercheranno di uccidere; permette il ritorno di migliaia di terroristi nel nord della Striscia di Gaza con armi” e “annulla tutti i successi della guerra che ci sono costati tanto sangue”. Il ministro ha ribadito inoltre che, se l’Idf riprenderà a combattere Hamas dopo una pausa per liberare gli ostaggi, il suo partito rientrerà nel governo. “Non rovesceremo questo governo e lo sosterremo dall’esterno, ma non saremo alleati in un accordo di resa”, ha aggiunto.
Tajani, arrestare Netanyahu è ipotesi irrealizzabile
“Crimini di guerra non lo abbiamo mai detto. Noi abbiamo sempre detto che in alcuni casi si era superato il limite della reazione proporzionata, quindi abbiamo protestato fermamente anche con Israele. La Francia ha una posizione analoga. Non è questo il modo migliore per arrivare alla pace, quello che ci interessa è la pace. Poi arrestare Netanyahu diventa soltanto un’ipotesi irrealizzabile”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a SkyTg24 in merito al mandato d’arresto internazionale della Cpi per il premier israeliano. “Un conto è l’attuazione pratica, un conto è il giudizio politico”, ha aggiunto.
Cremlino, «non aspettiamo cambiamenti radicali da Trump»
Il Cremlino non si aspetta “cambiamenti radicali” nella posizione degli Usa verso la Russia e il conflitto ucraino con il nuovo presidente Donald Trump. Lo ha detto il portavoce, Dmitri Peskov. Nonostante le dichiarazioni di disponibilità al dialogo da parte del futuro capo della Casa Bianca, “non bisogna nutrire aspettative eccessive”, ha affermato il portavoce, citato dalla Tass. Questa apparente marcia indietro stride con i proclami di queste settimane in cui da entrambe le parti si è parlato di un prossimo incontro appena dopo l’insediamento. Il Consigliere del Cremlino, Nikolai Patrushev aveva detto pochi giorni fa che Vladimir Putin non si fida dell’Ue e si affida a Donald Trump per eventuali negoziati sull’Ucraina, che “devono tenersi fra Russia e Stati Uniti senza la partecipazione di alcun altro Paese occidentale”.
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