Guerra tra Russia e Nato: la profezia su droni, caccia e armi atomiche

Se la guerra dovesse arrivare davvero al cuore dell’Europa orientale, sarà l’aria a decidere chi vive e chi muore. Un nuovo rapporto della Rand Corporation, redatto su incarico delle forze aeree statunitensi in Europa e Africa, non lascia spazio a interpretazioni: in un conflitto convenzionale con la Russia, la NATO avrebbe il dominio assoluto dello spazio aereo, un vantaggio che potrebbe capovolgere ogni equilibrio terrestre.
Lo scenario dello studio
Lo studio, pubblicato il 22 maggio, analizza uno scenario da incubo: un attacco russo contro uno Stato membro dell’Alleanza, seguito dalla rapida risposta delle forze NATO. La superiorità aerea occidentale — combinata con la capacità di colpire in profondità postazioni di comando, vie logistiche e truppe in manovra — trasformerebbe lo scontro in una guerra lampo dal cielo. “Il dominio aereo potrebbe rompere l’impasse che definisce oggi il conflitto russo-ucraino”, scrive la Rand.
Non è solo teoria. Negli ultimi tre anni, le forze USA hanno osservato da vicino l’evolversi della guerra in Ucraina, studiandone ogni lezione tattica. Due punti deboli emergono con chiarezza: l’estrema lentezza dell’adozione alleata di droni tattici ed efficaci capacità di guerra elettronica, e la drammatica inferiorità industriale rispetto alla macchina da guerra russa, capace di produrre munizioni a ritmi impensabili per le democrazie occidentali.
ll rischio peggiore
Eppure, secondo gli analisti, questi svantaggi non basterebbero a cambiare l’esito di un conflitto su larga scala. Le simulazioni Rand mostrano che, nonostante i probabili guadagni iniziali della Russia, l’Alleanza Atlantica sarebbe in grado di ribaltare rapidamente il fronte. Una volta annientate le difese aeree russe, i velivoli da sorveglianza NATO illuminerebbero ogni spostamento nemico, mentre i cacciabombardieri potrebbero martellare incessantemente le retrovie.
Il rapporto non ignora il rischio peggiore. Una guerra convenzionale di tale intensità, avverte, potrebbe precipitare in uno scenario nucleare qualora Mosca si trovasse con le spalle al muro. Ma la simulazione mette da parte l’opzione atomica per analizzare con precisione come si articolerebbe un confronto militare con armi convenzionali.
ll cielo vero campo di battaglia
L’analisi arriva in un momento in cui l’Europa è attraversata da un crescente senso di urgenza. I vertici NATO temono che il Cremlino possa essere pronto ad agire entro cinque anni. Le capitali europee, una dopo l’altra, hanno iniziato a raddoppiare gli investimenti nella difesa, mentre le industrie militari cercano disperatamente di colmare il divario produttivo con Mosca.
Secondo Rand, però, non basta. Il Pentagono dovrebbe già oggi identificare le munizioni chiave da produrre in volumi di guerra, accelerare i programmi su droni e contromisure elettroniche, e consolidare le catene di approvvigionamento. Ma, soprattutto, il rapporto è chiaro: il controllo dell’aria è la leva decisiva per ogni manovra a terra. È il cielo, ancora una volta, a essere il vero campo di battaglia.
“La NATO — si legge nella conclusione — ha un potenziale offensivo convenzionale che supera nettamente quello russo, e quello ucraino, nell’attuale guerra. Se il conflitto scoppiasse, l’Alleanza combatterebbe per vincere. E lo farebbe dall’alto”.
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