Calabria

Guardia di finanza scopre truffa ai danni società Assisi – Calabria


Eseguito un sequestro preventivo per oltre 180 mila euro


(ANSA) – PERUGIA, 27 MAR – Oltre 180 mila euro tra denaro e
beni sono sottoposti a sequestro preventivo dalla guardia di
finanza di Perugia, in esecuzione di un decreto del gip, nei
confronti di un soggetto residente in Calabria che risulterebbe
coinvolto, unitamente ad altre due persone, una residente nelle
Marche e l’altra a Bastia Umbra, in una presunta truffa ai danni
di due società, con sede ad Assisi, facenti capo allo stesso
gruppo e operanti nel settore della fabbricazione di imballaggi
in materie plastiche.
   
I rappresentanti legali delle società avevano denunciato di
essere stati contattati da due degli indagati che – si legge in
un comunicato della Procura di Perugia – avrebbero prospettato
la possibilità di ottenere ingenti finanziamenti europei,
mediante la partecipazione ai bandi indetti dalla Commissione,
avvalendosi di due società (una irlandese e l’altra britannica)
per presentare la documentazione e per la prestazione della
prevista garanzia fidejussoria. La serietà e la fattibilità
della proposta, secondo la guardia di finanza sarebbero state
comprovate attraverso false delibere, riportanti loghi ed
intestazioni della Commissione europea, certificanti l’avvenuta
concessione dei finanziamenti nonché di (ritenuta falsa)
documentazione bancaria relativa all’accredito (è emerso mai
avvenuto) di somme su un conto corrente intestato ai beneficiari
del finanziamento acceso presso una filiale londinese di una
banca estera.
   
Dalle indagini è emerso che per l’attività erano stati
versati, con bonifici su conti correnti irlandesi e
lussemburghesi intestati alle due società estere, oltre 180.000
euro.
   
Nel maggio scorso, a fronte della mancata erogazione dei
contributi e di giustificazioni considerate labili e prive di
riscontri da parte delle società estere e dei presunti
“mediatori”, i due imprenditori umbri sporgevano denuncia al
Nucleo di polizia economico – finanziaria di Perugia.
   
I finanzieri hanno così ricostruito il flusso dei pagamenti
fatti dalle parti offese che, dai conti correnti esteri, sono
risultati confluiti su uno acceso presso una filiale milanese di
una banca italiana, intestato – riferisce ancora la Procura – al
terzo soggetto indagato residente in Calabria. (ANSA).
   

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