Guadagnava 600 euro al mese, ora è nella storia
Dopo essere stato a un passo dal diventare un insegnante di scuola guida, qualche giorno fa Borja Jiménez ha riscritto la storia del Leganés (e della sua giovane carriera) battendo il Barcellona al Montjuïc per 1-0: “Sono così felice di poter vivere questo momento; abbiamo vissuto una notte che non dimenticheremo mai”. Quest’anno, al suo esordio assoluto in Primera Division, è il secondo allenatore più giovane della Liga: “Quello che mi piaceva quando giocavo era stare con i miei amici. A quel tempo c’erano meno cose e la necessità di giocare a calcio o inventare giochi era maggiore. Non mi considero un calciatore, mi considero una persona che ama moltissimo questo sport, che amava stare con la sua gente e che ora ha il privilegio di vivere un sogno”. Jiménez non è mai stato un calciatore professionista, ma ha sempre voluto fare l’allenatore: all’età di 22 anni guadagnava solo 600 euro per inseguire proprio quel sogno che l’ha portato a vincere in casa del club blaugrana.
La consapevolezza di Jiménez – Cresciuto ad Avila (a poco più di 100 chilometri da Madrid), Jiménez collezionava macchinine giocattolo e ritagliava le immagini delle riviste per tappezzare i fogli della sua cameretta. Mamma e papà erano istruttori di guida, ma il piccolo Borja desiderava altro dalla vita. “Sapevo che sarebbe diventato il mio lavoro”. Strano pensarlo quando alleni per passione, guadagni meno di 1000 euro al mese e sei costretto a vivere in un appartamento condiviso con altre due persone: “Trascorriamo gran parte della nostra vita lavorando ed è molto difficile fare qualcosa che non ci piace ogni giorno della nostra vita”. Ed è proprio per questo motivo Borja Jiménez ha deciso di continuare a inseguire il proprio obiettivo, nonostante le certezze fossero davvero poche. Se non pari a zero. Allenava bambini di 10 anni e si era da poco laureato in Scienze dell’Educazione: “Che senso ha?”, potrebbe chiedersi chiunque in una situazione del genere. Con pazienza e perseveranza, però, la svolta è arrivata. Nella sua Avila, il Milan aveva infatti creato un’Academy: da quel momento, Jiménez inizia a costruire la sua strada. 18 anni per emergere, dal semi-dilettantismo fino alle porte di quel professionismo che raggiunge proprio con la sua squadra attuale. Il Leganés gli offre così l’opportunità che lo ripaga di tutti gli sforzi fatti. Il “Don”, come lo chiamano da quelle parti, ha portato il Leganés a vincere la sua prima storica partita in casa del Barcellona. Un successo che allontana, attualmente, il club dalla zona retrocessione e che gli ha permesso di vivere una notte “che rimarrà per sempre”. Crederci anche quando chi ti sta attorno la pensa diversamente: Borja Jiménez ha sempre voluto essere un allenatore. A distanza di anni, può dire di avercela fatta.
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