Gravi accuse contro il capo del Pentagono per attacco a nave venezuelana
Il controverso, secondo, attacco americano contro una nave della droga venezuelana lo scorso settembre sta diventando un caso di vaste proporzioni che rischia di mettere all’angolo il capo del Pentagono, Pete Hegseth, accusato dai democratici e qualche repubblicano di “crimini di guerra”.
I fatti risalgono al 2 settembre ma sono stati rivelati da un scoop del Washington Post la scorsa settimana.
La ricostruzione
Secondo il giornale, infatti, dopo un primo attacco contro un’imbarcazione sospettata di trasportare droga per i cartelli venezuelani, il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, ha ordinato un secondo raid per “uccidere tutti i sopravvissuti” e affondare la nave.
Hegseth ha definito fake news l’articolo del Washington Post ma non ha smentito che ci sia stato un secondo attacco. Ha spiegato, come la Casa Bianca, che dopo il primo ordine gli altri raid sono stati decisi dall’ammiraglio Frank Bradley nel “pieno rispetto delle leggi internazionali”.
Il segretario, in pratica, sostiene di non aver mai esplicitamente dichiarato di uccidere tutti i sopravvissuti o distruggere la nave limitandosi ad impartire solo un ordine d’attacco.
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