Toscana

Grande emozione, parte lo screening


È stato un incontro carico di emozioni. Seduti allo stesso tavolo, dopo giorni concitati, i familiari dei vigili del fuoco morti per glioblastoma – Antonio Ralli, Mario Marraghini e Maurizio Ponti – e il comandante provinciale dei pompieri, Fabrizio Baglioni, hanno potuto confrontarsi: hanno parlato delle tragedie occorse ai loro cari, ma anche delle attività che verranno messe in atto affinché certi drammi non si ripetano. 

“Per me conoscere i familiari dei colleghi, oltre che un dovere è stato un piacere”, ha commentato Baglioni. “Ho ascoltato le loro emozioni e le loro volontà e ho comunicato loro la risposta favorevole arrivata dall’amministrazione centrale”.

La direzione centrale dei vigili del fuoco ha infatti recepito subito l’appello delle famiglie: “È stata manifestata – prosegue Baglioni – la volontà di comprendere le cause di queste morti e prendere le possibile misure compensative per chi oggi fa questo lavoro”. Proprio quello che chiedevano le mogli e i figli dei tre vigili aretini: accertamenti che permettano ai colleghi ancora in servizio di poter tutelare la propria salute. 

“In questi giorni in caserma si è respirata un’atmosfera diversa afferma il comandante -. C’è il rammarico per chi non c’è più, insieme a una sorta di preoccupazione per chi rimane. E poi c’è la vicinanza di tutti i colleghi alle famiglie dei tre vigili scomparsi”. 

Baglioni ha spiegato che a breve sarà firmato un protocollo d’intesa tra Università di Bologna e amministrazione regionale dei vigili del fuoco dell’Emilia Romagna per svolgere uno screening (molto probabilmente con prelievi di sangue) del personale che si offrirà volontariamente. Proprio ieri infatti il Ministero aveva comunicato: “Per approfondire dal punto vista scientifico la possibile correlazione tra i vigili del fuoco e l’esposizione a Pfas, la direzione regionale dei vigili del fuoco dell’Emilia Romagna sottoscriverà un accordo attuativo con l’Università di Bologna per sottoporre 300 unità di personale che espleta funzioni operative nella regione Emilia Romagna a esami clinici, su base volontaria, i cui risultati saranno resi in forma anonima. La ricerca consentirà di confrontare i risultati ottenuti con quelli più recenti riportati in letteratura. Tale accordo, inoltre, sarà esteso anche alle altre regioni del territorio nazionale e, in primis, a quello del comando di Arezzo”.

Momenti di commozione e grande emozione per le famiglie che sono tornate, per alcune decine di minuti, nel luogo che i loro padri e mariti sentivano come una seconda casa e dove lavoravano fianco a fianco con colleghi che per loro erano una seconda famiglia.

 “Non era scontata questa accoglienza – dice Matteo Ralli, figlio di Antonio, a nome delle tre famiglie – siamo soddisfati per questo incontro: abbiamo ricevuto molta solidarietà. E siamo contenti anche della risposta arrivata dal Ministero in soli 9 giorni. Pensiamo che questa problematica riguardi tutta Italia e vorremmo che gli accertamenti fossero estesi a tutte le regioni. Il fatto che partiranno dall’Emilia Romagna e da Arezzo ci fa ben sperare, perché saranno prese in considerazione più realtà. Abbiamo poi ribadito che le Pfas potrebbero causare altre patologie oncologiche, per questo sarebbe bello che attraverso questi accertamenti si guardasse anche oltre al glioblastoma. Siamo coscienti che ci sarà bisogno di tanto tempo, ma non abbiamo fretta. Il nostro obiettivo è uno solo: che nessun altro vigile del fuoco viva l’inferno vissuto dai nostri babbi”. 

Il commento dei sindacati

In seguito all’incontro, anche Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco che la scorsa settimana aveva scritto al sottosegretario all’Interno Prisco, è intervenuto sulla vicenda: 

“Apprendiamo con soddisfazione l’apertura dimostrata da parte del nostro Comando e dell’amministrazione centrale in queste ore – afferma Andrea Bindi, segretario provinciale – a seguito del lavoro delle coraggiose famiglie dei nostri colleghi scomparsi e l’attenzione serrata da parte dei media. Non si era mai vista tanta solerzia nell’affrontare un argomento così difficile e spinoso quanto necessario. Felicissimi di sapere che proprio Arezzo, per ovvie ragioni, sarà compreso nelle indagini avviate da parte dell’università di Bologna. Prontissimi come Conapo a collaborare a tutti i livelli, sia personale che sindacale. Questa è una questione che va oltre le sigle. È una questione morale. Umana.”


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