Governo spinge sul ritorno al Nucleare con un nuovo decreto,
Un potenziale ritorno al Nucleare, inserito nell’ambito della transizione ecologica alternativa alla combustione, in Italia sta di nuovo dividendo il Governo Meloni a favore di questa fonte energetica (presente in Francia e in Germania) e le istituzioni territoriali Regione e Comuni spaventati non tanto per le nuove centrali (non previste, visto che le vecchie sono inattive ma riattivabili) ma per lo smaltimento delle scorie. Motivo ora dello scontro è sullo schema di disegno di legge recante “Delega al governo in materia di energia nucleare sostenibile” nell’ambito della consultazione telematica sulla convocazione della Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità (CAES). Anche l’Umbria è chiamata a esprimere il parere e lo ha fatto in sede di Giunta: un no deciso e vincolato addirittura ad un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale. Un no in linea con il giudizio generale sulla fonte di energia in questione.
Tra le prime motivazioni del no della Regione Umbria al disegno di legge, il mancato recepimento di ogni emendamento di ANCI e delle altre regioni, comprese quelle di centrodestra. Il Decreto legge, secondo i vertici dell’Umbria, non prevederebbe l’individuazione il coinvolgimento delle regioni nella scelta dei siti per gli impianti nucleari, per lo smaltimento delle scorie e l’intera filiera della trasparenza. “La bocciatura dell’emendamento che proponeva l’intesa con le regioni e le province autonome è un segnale palese di voler esautorare i territori da tali decisioni” ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Thomas De Luca riferendosi alla proposta dell’associazione dei comuni bocciata dal Governo “Questo costituisce un gravissimo grado di esautorazione dei territori anteponendo l’interesse privato a quello pubblico, una fattispecie che “potrebbe costituire, de facto, una violazione dell’art. 41 della Costituzione”. le decisioni cruciali sulla localizzazione e gestione degli impianti nucleari rischierebbero di essere affidate in gran parte a interessi privati, a scapito della pianificazione pubblica e del controllo territoriale.
L’Umbria contesta al decreto legge anche l’assenza di misure compensative e valutazioni ambientali per i territori interessati dall’eventuale ritorno dell’energia nucleare. Altri motivi di contestazioni: respinte le richieste per definire percorsi di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e l’implementazione di sistemi di monitoraggio ambientale. Il centrosinistra sul nucleare ritira fuori gli spettri degli interessi privati, come già fatto su certe riforme della sanità pubblica del centrodestra: “le decisioni cruciali sulla localizzazione e gestione degli impianti nucleari rischierebbero di essere affidate in gran parte a interessi privati, a scapito della pianificazione pubblica e del controllo territoriale”: ha denunciato l’assessore.
Per tutte queste ragioni, la Regione Umbria esprime un parere contrario e ribadisce la sua ferma opposizione a questa proposta di legge, che non tutela adeguatamente i territori e i cittadini. Per la Giunta Tesei da finanziare come fonti energetiche alternative: idroelettrico, fotovoltaico ed eolico.
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