Scienza e tecnologia

Google fa pulizia, quasi metà delle app eliminate dal Play Store per motivi di qualità e sicurezza

Nel giro di poco più di un anno, il Google Play Store ha perso il 47% delle sue app. Tradotto in numeri: 1,8 milioni di applicazioni eliminate, su un totale iniziale di 3,4 milioni. Non si tratta di un errore o di un crollo improvviso, ma del risultato di una strategia ben precisa.

Google ha deciso di ripulire il proprio store da contenuti inutili, obsoleti o potenzialmente dannosi. Lo ha fatto alzando l’asticella: oggi, per pubblicare un’app, serve un test di due settimane con almeno 20 persone, e i controlli sono diventati molto più rigorosi. È sparito tutto ciò che aveva funzionalità limitate o contenuti troppo poveri per offrire un’esperienza decente.

Nel 2024 sono state bloccate oltre 2,36 milioni di app che non rispettavano le regole, a conferma dell’impegno di Google per tutelare la sicurezza e la qualità delle applicazioni disponibili.

Non tutte le categorie di app, comunque, sono state colpite allo stesso modo.

Le rimozioni hanno avuto un impatto soprattutto su tre settori:

  • Giochi: quasi 200.000 app eliminate
  • Istruzione: circa 160.700 app rimosse
  • Business: oltre 115.000 app sparite dallo store

La maggior parte erano app abbandonate o poco curate, spesso cloni o strumenti mai aggiornati. In pratica, contenuti che non offrivano alcun valore reale all’utente.

Questo intervento non è solo una questione di ordine. Rimuovere milioni di app inutili significa anche fare spazio a chi sviluppa con serietà, chi ci mette davvero tempo, idee e risorse. Per chi crea app di qualità, ora ci sono più possibilità di emergere, senza dover combattere contro una massa di contenuti irrilevanti.

La conferma di ciò è che, nonostante i tagli sul Play Store, il numero globale di nuove app pubblicate è salito del 7,1% rispetto all’anno scorso. La differenza è che oggi, prima di arrivare sullo store, un’app deve davvero dimostrare di meritarselo.

E Apple? Tutto stabile, ma con meno rumore

Nel frattempo, l’App Store di Apple ha fatto segnare un leggero incremento, passando da 1,6 a 1,64 milioni di app.

Niente di eclatante, ma comunque un segnale di continuità. Apple ha da sempre regole più severe all’ingresso, e questo le ha evitato di dover affrontare una “pulizia” così drastica.


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