Google Earth AI: Gemini prevede alluvioni, uragani e cambiamenti climatici
Google Earth cambia volto e si prepara a una nuova era: quella dell’intelligenza artificiale. Il team di Mountain View ha annunciato che Gemini, il modello AI di Google, sarà ora parte integrante di Google Earth AI, la piattaforma usata da scienziati, enti pubblici e università per monitorare il pianeta e prevenire disastri naturali.
Finora Earth era una finestra sul mondo; oggi diventa un vero e proprio strumento di previsione. Con il supporto dell’AI, Google punta a fornire analisi predittive su alluvioni, uragani e deforestazione, elaborando miliardi di immagini satellitari con una precisione mai vista prima.
Dall’osservazione alla previsione
La novità principale è l’arrivo di Earth AI Studio, un ambiente basato su Google Cloud che consente di creare modelli predittivi a partire dai dati di Earth Engine, la piattaforma di analisi satellitare di Google.
In pratica, le istituzioni e le organizzazioni non dovranno più limitarsi a studiare i danni di un disastro naturale: potranno anticiparli, simulando come fenomeni come piogge estreme o incendi boschivi potrebbero evolvere nelle settimane successive.
Uno dei casi più interessanti riguarda la collaborazione con l’Università del Maryland, che utilizza l’AI di Earth per stimare l’impatto della deforestazione tropicale sul clima globale. Ma Google cita anche agenzie governative e ONG che già sfruttano il sistema per pianificare evacuazioni o valutare i rischi idrogeologici nelle aree più esposte.
Potete esplorare le prime funzionalità AI su Earth cliccando qui.

Un’intelligenza artificiale (quasi) per tutti
Fino a poco tempo fa, l’accesso a Google Earth AI era riservato a pochi enti di ricerca. Ora, invece, il servizio entra nella suite Google Cloud con strumenti semplificati e interfacce no-code, così che anche enti locali, startup o gruppi di studenti possano sperimentare i modelli di previsione.
Il sistema sfrutta Gemini 1.5 Pro, lo stesso modello multimodale che alimenta altre piattaforme di Google, e consente di caricare dataset esterni (come dati meteo o topografici) per combinarli con quelli satellitari.
Il risultato è una fotografia dinamica del pianeta, aggiornata quasi in tempo reale e capace di evidenziare cambiamenti climatici, stress idrico o variazioni nella copertura forestale.

Google Earth entra nell’era dell’AI generativa
Oltre alla parte scientifica, l’integrazione con Gemini apre la strada anche a un uso più “creativo” di Google Earth. Gli utenti potranno generare visualizzazioni, mappe o modelli 3D su richiesta, chiedendo direttamente all’intelligenza artificiale di mostrare, per esempio, l’evoluzione di un’area urbana negli ultimi vent’anni o simulare come apparirebbe una regione in base a diversi scenari climatici.
Google definisce questo passaggio come “una nuova generazione di Earth”, dove l’AI non si limita più a mostrare il mondo, ma lo interpreta e lo racconta. Una visione che trasforma uno strumento nato per esplorare in una piattaforma per comprendere.

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