Economia

Gli scaffali della Gdo sono sempre più green


La quasi totalità dei prodotti del largo consumo confezionato riporta in etichetta i dati relativi alla sostenibilità. È questo il dato più significativo contenuto nell’osservatorio “Immagino” realizzato da Gs1 Italy, che mostra come l’attenzione verso l’ambiente sia in costante crescita anche nella grande distribuzione. Nel dettaglio i prodotti che informano adeguatamente la clientela su questo tema sono ben 116.699 per vendite complessive pari a 43,8%, pari al 92,1% del largo consumo confezionato.

“Nonostante il contesto non facile, il tema della sostenibilità si rivela sempre più importante per l’industria del largo consumo, con produttori e distributori che continuano a investire in quest’area per rispondere alle esigenze dei consumatori e alla legislazione vigente – spiega Marco Cuppini, research and communication director di Gs1 Italy – Le tematiche che abbiamo voluto affrontare fanno riferimento non solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia del benessere animale in tutta la filiera”.

I reparti merceologici con la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale in etichetta sono il freddo (100% delle referenze) e il fresco (99,6%), mentre per quanto riguarda la tipologia di produttori spiccano le private label (91%) e i brand top 20 (90,5%). La caratteristica maggiormente riportata sulle etichette è la riciclabilità del packaging, presente sul 54,5% dei prodotti monitorati con vendite in aumento del 13,3% a valore e in calo dell’1,9% a volume su base annua. Segue l’indicazione della formulazione sostenibile degli ingredienti, rilevata sul 21,5% delle referenze e con un trend di vendita annuo di +8,2% a valore e di -4,6% a volume. A livello di performance annua, rispetto alla media, si sono fatti notare i claim riciclato (+15,7 a valore e -1,3% a volume), le informazioni sulla biodegradabilità (+33,4 a valore e -1,7% a volume) e quelle sulla plastica ridotta (+13,8 a valore e -1,4% a volume).

Per quel che riguarda invece la sostenibilità sociale, Gs1 ha rilevato che essa è richiamata sulle confezioni di 11.650 prodotti (8,4% del totale) che hanno sviluppato 6,1 miliardi di euro di fatturato. Le aree merceologiche più impegnate su questo fronte sono freddo e cura persona (rispettivamente 11,5% e 10,0% dei prodotti).

Infine, l’impegno per il benessere animale accomuna 2.803 prodotti (2%) con 1,4 miliardi di euro di sell-out, diffusi soprattutto nel reparto gelati e surgelati (4,9% dei prodotti) e tra le referenze realizzate dai produttori follower (3,1%).

“In questa sua quindicesima edizione, l’osservatorio Immagino ha voluto inserire un ulteriore approfondimento: l’analisi socio-demografica delle famiglie acquirenti per claim di sostenibilità in etichetta. Ne è risultata una mappatura inedita e dettagliata, che ha evidenziato sia la maggior sensibilità delle famiglie giovani con figli piccoli, sia il ruolo discriminante della fascia di reddito nelle scelte dei prodotti sostenibili – conclude lo studio – Da quest’analisi è emerso che ci sono claim (come “riciclato” e “riciclabile”) che sono diffusi in modo trasversale e omogeneo tra i diversi cluster di famiglie. Altri, invece, sono più segmentati: ad esempio, il claim ‘contenuto bio-based’, è più presente nel carrello della spesa delle famiglie giovani con figli sotto i sei anni, mentre quelli relativi ai “disciplinari di filiera” sono presenti con dati superiori alla media nelle famiglie a reddito più alto, in quelle più giovani senza figli e in quelle con età più matura e senza figli conviventi”.


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