Gli organi della 17enne morta in chiesa fanno sperare cinque piccoli malati in attesa di trapianto
JESI Dal dolore più grande a cui due genitori possono essere condannati, quello di sopravvivere alla propria figlia appena 17enne, il coraggio di un grande gesto d’amore. Un gesto di generosità che dona speranza, oggi, ad almeno cinque baby pazienti pediatriaci in attesa di trapianto. I genitori della 17enne che sabato si è tolta la vita all’interno della chiesa diroccata di Tabano dopo aver sottratto le chiavi al padre (custode) hanno acconsentito alla donazione degli organi.
Una decisione d’amore, presa martedì mattina dopo che l’ultima speranza di risveglio dal coma della loro bambina, si era spenta per sempre nel reparto di Rianimazione dell’ospedale regionale di Torrette dove era ricoverata.
Ci sono volute molte ore per condurre l’accertamento prima e il prelievo degli organi poi.
Un tempo lunghissimo, infinitamente doloroso per la famiglia della 17enne jesina, studentessa al Liceo Musicale Rinaldini di Ancona. Nella tarda serata di martedì è iniziato il delicato intervento di prelievo, coordinato dal dottor Benedetto Marini primario del Centro Trapianti di Torrette e condotto dalle équipe provenienti dagli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dal NITp Nord Italia Transplant di Milano.
Il prelievo multiorgano
Sono stati prelevati fegato, reni e pancreas. Una parte del fegato è stata destinata all’ospedale di Bergamo e una parte al Bambin Gesù di Roma. I reni, l’uno all’ospedale di Padova e l’altro al Bambin Gesù. Le isole pancreatiche a Milano. Saranno destinati ad almeno cinque pazienti pediatrici in attesa di trapianto.
Quest’anima fragile, volata via a soli 17 anni, salverà altri ragazzini malati. La famiglia della giovanissima – cui va il ringraziamento e tutta l’ammirazione della collettività – sarà avvisata nella giornata di oggi sia della destinazione che dell’esito del trapianto. Gli organi hanno raggiunto gli ospedali di destinazione con delle staffette sanitarie e già oggi saranno eseguiti i trapianti sui riceventi. Una speranza di vita, che certamente non colmerà il vuoto del dolore per la scelta, l’ultima, di una ragazzina all’alba dei suoi giorni, ma che un domani sarà una carezza di compassione verso questa famiglia così duramente colpita dalla tragedia.
Speranza di vita
La collettività si stringe ai genitori, agli zii e ai cugini, ai compagni di classe e agli amici, a tutti quelli che le volevano bene e oggi si interrogano, tra le lacrime, con quei maledetti «perché?» destinati a cadere nel vuoto, nel silenzio. Lo stesso freddo silenzio di quella chiesa abbandonata nel cuore delle campagne di Tabano dove tante volte la 17enne si era rifugiata magari in raccoglimento e che ha abbracciato la sua disperazione, abbracciandola per sempre.