Gli Azzurri accettano la sfida ma ne escono umiliati
ROMA – Questa è la storia di un’umiliazione. Di una partita impietosa, giocata da una Francia che per una volta non ha mostrato un carattere “latino”, non ha rallentato dopo avere messo il risultato ampiamente al sicuro, ma ha continuato ad accelerare, lasciando sempre più indietro un’Italia che semplicemente non era all’altezza. Sì, i Bleus avevano qualcosa da dimostrare, dopo la sconfitta subita in casa dell’Inghilterra, e gli Azzurri ne hanno fatto le spese.
Non è mancata la voglia di reggere il confronto, come dimostra il primo quarto di gara, concluso addirittura in vantaggio 10-7 grazie alla sgroppata vincente di Menoncello, con una Francia un po’ presa nel sonno. Ma forse proprio l’accettare la sfida, su ritmi per noi insostenibili, non ha fatto che aggravare la situazione. Se i nostri avversari di giornata sbagliano poco o niente e giocano in velocità una fase dopo l’altra, tutto il divario viene fuori.
In 10 minuti tre mete dei francesi e una sola dell’Italia, sia pure molto bella, con uno spunto straordinario di Capuozzo e un passaggio geniale di Ruzza per il marcatore Brex. Da lì in poi sofferenza nostra e divertimento dei Galletti. E dire che gli ospiti avevano cominciato la gara puntando sulla forza di attrito degli avanti. Lamaro e compagni hanno tenuto e, dopo quel primo tentativo di sfondare, i transalpini sono passati dall’elmetto al fioretto: palloni al largo, spazi che aumentavano, pezzi di bravura che a un certo punto sono arrivati a sfiorare i numeri da circo (chiedere, fra gli altri, al trequarti ala Louis Bielle-Biarrey).
Inferiorità sui punti d’incontro: questa la più grande difficoltà per i nostri, secondo il ct Gonzalo Quesada. «E poi – osserva tra il realista e lo sconsolato – loro hanno in squadra Dupont». Già, il migliore giocatore del mondo, il migliore in campo, il migliore in tutto.
Fino a un certo punto del match poteva stare in piedi il concetto della coperta corta. Provi a contrattaccare, ottieni qualche risultato, ma devi anche difendere, spendi tanto e dopo la prima frazione sei sotto 35-17. Il fatto è che poi la coperta ce l’hanno proprio sfilata di dosso: due mete a cinque nel primo tempo, una meta a sei nel secondo, un finale di 24-73 che fa proprio male.
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