Gli avvocati di Milano e i “voti” ai magistrati. Il presidente del Tribunale: “Finalità positive, ma ci può essere un pericolo”
Una pagella per chi lavora nel Palazzo di giustizia di Milano: magistrati, ma anche personale amministrativo. L’idea dei voti alle toghe e ai collaboratori – procedura già abbozzata dal governo Draghi-Cartabia e attuata nel 2024 da quello Meloni-Nordio – si è concretizzata in una iniziativa dell’Ordine degli Avvocati di Milano che ha la forma di una piattaforma dove “depositare” le segnalazioni. I penalisti e civilisti, che ogni giorno si confrontano con le toghe, ritengono che questa sperimentazione – una assoluta prima volta per il Tribunale di Milano – possa “contribuire a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario offrendo a avvocati e praticanti uno strumento con cui segnalare non solo disfunzioni o criticità, ma anche aspetti positivi e virtuosi da parte degli Uffici. Una novità che però arriva dal passato visto che i decreti legislativi e la legge, come specifica proprio l’Ordine degli avvocati, risalgono all’aprile del 2006 (previsti dalla riforma Castelli del governo Berlusconi) e al dicembre 2012 (governo Monti).
Il presidente del Tribunale – “L’iniziativa ha senz’altro delle finalità positive molto buone – dichiara al Fattoquotidiano.it il presidente del Tribunale, Fabio Roia (a destra nella foto) -Bisognerà verificare poi come viene concretamente attuata, perché per esperienza personale, posso dire che molte volte taluni avvocati si dolgono anche del merito delle decisioni, se per esempio il giudice non ha accolto le richieste o sostanzialmente ha disatteso le istanze che sono state avanzate. Allora – prosegue Roia che nel corso della sua carriera è stato giudice, pm ma anche consigliere del Csm – se poi queste diventano, come dire, segnalazioni di disfunzioni del sistema, dovrà essere l’intelligenza del Consiglio dell’ordine degli avvocati a verificare queste segnalazioni e quindi a sfrondarle, perché un conto è ovviamente il comportamento inusuale o disciplinarmente rilevante del magistrato, un conto poi è la decisione del merito. Quindi, una buona iniziativa negli obiettivi; ci può essere un pericolo nella fase attuativa, ma confido, e su questo Milano è sempre un modello, nella capacità del Consiglio dell’ordine degli avvocati di filtrare poi le segnalazioni realmente che riguardano profili di disfunzionamento organizzativo rispetto a quelli che riguardano decisioni del merito, rispetto invece a quelli che possono riguardare comportamenti penalmente disciplinarmente rilevanti o comunque passibili di valutazione sul piano della professionalità”.
Le ragioni degli avvocati – La riforma dell’ordinamento giudiziario permette di inviare segnalazioni sia negative che positive riguardanti i magistrati, relative a situazioni che possano influire sulla loro professionalità. Queste segnalazioni, fa sapere l’ordine, devono fare riferimento a fatti concreti, come comportamenti che evidenziano una mancanza di indipendenza nella funzione giurisdizionale o di adeguatezza nella preparazione giuridica. Dopo un’analisi approfondita da parte di una commissione consiliare, le segnalazioni ritenute significative e fondate – spiega ancora l’Ordine – verranno trasmesse ai capi degli uffici. Inoltre, potranno essere utilizzate dall’Ordine per esprimere pareri sulla professionalità dei magistrati per le nomine e le conferme degli incarichi direttivi. Tutti i dati personali inseriti nella piattaforma saranno trattati in conformità con le normative vigenti sulla privacy, garantendo correttezza, liceità e trasparenza.
Il presidente dell’Ordine – “Siamo orgogliosi di aver realizzato per primi una piattaforma che coniuga trasparenza, riservatezza e spirito collaborativo – dice Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano – Ogni segnalazione sarà valutata con attenzione dal Consiglio, in un’ottica di dialogo costruttivo con la magistratura, nel rispetto dei ruoli e con un unico obiettivo: migliorare il funzionamento della giustizia e garantire il pieno esercizio del diritto di difesa dei cittadini”. L’Ordine ricorda che il nuovo strumento è stato attivato in ottemperanza a quanto previsto dalla legge del 31 dicembre 2012 e dai decreti legislativi n. 25/2006 e n. 160/2006. Norme che attribuiscono agli Ordini forensi il compito di contribuire alla valutazione di professionalità dei magistrati. L’attività di raccolta di segnalazioni è, sottolinea l’Ordine in una nota, dunque, “obbligatoria per legge“, ma “è stata l’Avvocatura milanese a scegliere di dotarsi di una piattaforma digitale riservata e sicura, primo esempio in Italia, per rendere questa funzione più trasparente, accessibile, efficace e soprattutto tutelante per il magistrato segnalato”. La piattaforma digitale, ha aggiunto La Lumia, “è riservata e sicura, per rendere questa funzione più trasparente, accessibile e efficace e soprattutto tutelante anche per il magistrato segnalato”.
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