Giustizia: «Un linguaggio appropriato per tutelare le vittime»
«L’uso di un linguaggio appropriato», soprattutto quando si trattano casi di violenza di genere o per la tutela delle vittime vulnerabili, è stato al centro dell’intervento del procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, nel corso della tavola rotonda che si è svolta a palazzo Mauri a Spoleto. L’incontro, dal titolo «Il ruolo del linguaggio nella rappresentazione della violenza di genere e nella tutela della vittima vulnerabile», è stato organizzato dall’Osservatorio del linguaggio dei provvedimenti giudiziari istituito presso la Procura generale di Perugia e dall’Ordine degli avvocati di Spoleto, in collaborazione con la Formazione decentrata di Perugia.
Appuntamenti L’evento rientra in un ciclo di appuntamenti pensati per rafforzare la riflessione sull’utilizzo del linguaggio negli atti giudiziari in materia di violenza sessuale, domestica e di genere, e ha coinvolto magistrati, avvocati, forze dell’ordine, rappresentanti istituzionali e operatori del settore socio-educativo. Sottani ha evidenziato come la prima forma di ascolto delle vittime di violenza di genere avvenga spesso tramite la polizia giudiziaria, sottolineando il ruolo centrale di questi operatori e l’importanza di un coordinamento efficace con tutti gli attori coinvolti nel procedimento.
Linguaggio «Appropriato, rispettoso e scevro da pregiudizi di qualunque natura» deve essere, secondo il procuratore generale, il linguaggio utilizzato da tutti i soggetti coinvolti. Ha invitato a evitare «formulazioni linguistiche stereotipate» quando si parla di vittime di violenza sessuale, domestica e di genere, e anche di persone disabili, pur riconoscendo le difficoltà oggettive nel mantenere un registro linguistico completamente neutro. Sottani ha inoltre posto l’attenzione sul linguaggio come responsabilità nella narrazione dei fatti: l’uso delle parole – ha detto – deve essere sempre controllato in ogni fase del processo. E, allo stesso tempo, il linguaggio va inteso anche come uno strumento di comunicazione che sappia esprimere empatia, sia cognitiva che emotiva. A conclusione del suo intervento, ha citato Jacques Lacan: «Il linguaggio non è mai di formazione, ma è sempre evocativo», per sottolineare che le parole non servono solo a trasmettere informazioni in modo razionale, ma anche a evocare emozioni, immagini e significati profondi.
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