Giustizia, i conti Pnrr sono in crisi ma il ministero di Nordio dà il benservito alla dirigente-chiave per la rendicontazione
Un allontanamento vero e proprio da via Arenula. A danno della giustizia italiana, mentre i conti del Pnrr sono in crisi e rischiano di saltare. E che fa il Guardasigilli Carlo Nordio ancora una volta per mano della sua capo di gabinetto, la potente “zarina” Giusi Bartolozzi? Dà il benservito, dopo sette anni, alla figura più strategica di tutte per lo stesso Pnrr. Un mese fa Bartolozzi in persona ha chiesto il “passo indietro” a Giuliana Palumbo, la funzionaria di Bankitalia che per sette anni è stata al vertice della Direzione generale di statistica e analisi organizzativa. Cioè quella che, da quando l’Italia ha sottoscritto gli impegni del Pnrr, prepara tutti i rapporti, compresa la rendicontazione che arriva sul tavolo della Commissione europea, nonché la relazione semestrale pubblicata sul sito del ministero della Giustizia. Rapporti che oggi destano allarme e preoccupazione nel governo per via di un evidente rallentamento rispetto agli obiettivi sottoscritti dall’Italia.
Da 24 ore, sul sito del ministero della Giustizia, si può leggere l’interpello, che scade il 18 agosto, per “un incarico dirigenziale di livello generale vacante”. È il posto che ha occupato Giuliana Palumbo, “in prestito” dalla Banca d’Italia, dov’era a capo della divisione Economia e statistica del Servizio studi. Dall’allora governo Conte, in vista del Pnrr, era arrivata un’esplicita richiesta di una “professionalità specifica”. E quella della Palumbo era perfetta. L’allora Guardasigilli Alfonso Bonafede sottoscrive il “prestito”, dopo tre anni lo conferma Marta Cartabia, visto che Palumbo è preziosa anche per il nuovo “ufficio del processo”, la nuova figura degli assistenti del giudice.
Anche Carlo Nordio, a novembre 2024, sottoscrive la conferma di Giuliana Palumbo. Ma che succede da quel momento a giugno scorso quando invece arriva all’improvviso il benservito di Bartolozzi? Viene creato un nuovo Dipartimento, che va ad aggiungersi ai quattro già esistenti, solo per l’innovazione tecnologica. A capo c’è l’ingegner Ettore Sala che però, come dicono le voci di via Arenula, viene “indotto a lasciare”. Arriva Antonella Ciriello, giudice della Cassazione che già sotto Cartabia aveva un incarico di supporto per l’innovazione digitale. Chi ha vissuto questo periodo racconta che via via la vita stessa del Dipartimento è cambiata. Non ci sono scontri, ma c’è soprattutto poca collegialità. Sono i mesi in cui si verifica una progressiva “fuga” da via Arenula dei direttori generali. Lascia il capo di gabinetto di Nordio Alberto Rizzo, poi Giovanni Russo messo dallo stesso ministro a capo delle carceri, poi ancora ecco le dimissioni di Ettore Sala. Dopo il caso Almasri si dimette il capo degli Affari di giustizia Gigi Birritteri, e ancora quello dell’organizzazione giudiziaria Gaetano Campo.
Chi l’ha vissuto, parla di “un clima pesantissimo, conflittuale, di scarso dialogo, di scavalco continuo, di totale assenza di collegialità”. Chi ha lavorato con Giuliana Palumbo racconta come “abbia creato dal nulla la stessa statistica giudiziaria in via Arenula che prima non esisteva neppure”. E ancora: “Da Bankitalia lei ha portato una ventata di competenze e di professionalità fino a quel momento sconosciute, ovviamente fondamentali nei passaggi delicatissimi del Pnrr”. Ma ecco, a sorpresa, l’improvviso “sacrificio” della Palumbo, giusto prima che il Csm ponesse il tema del raggiungimento obiettivi del Pnrr.
Ovviamente, l’interpello pubblico sul sito del ministero non passa inosservato. A reagire “con stupore” sono i magistrati di Area guidati dal segretario Giovanni “Ciccio” Zaccaro. Che danno voce alla loro “seria preoccupazione perché questo cambiamento giunge in un momento molto delicato per la giustizia italiana” in vista della chiusura del Pnrr, e mentre “occorre fare scelte definitive anche di ricontrattazione del target e degli strumenti di supporto alla giurisdizione”. Le toghe di Area si chiedono “chi si occuperà della rendicontazione del Pnrr, degli studi di fattibilità delle varie proposte per l’abbattimento dell’arretrato, della comunicazione e trasparenza dei dati in un momento così cruciale per la giustizia italiana?”. E ancora: “Quale professionalità sarà in grado di fare tutto ciò in così poco tempo rispetto alla scadenza del Pnrr con la stessa competenza e professionalità dimostrate dalla dottoressa Palumbo?”. Per tutto questo è necessaria “trasparenza di dati e qualità dell’analisi”. E qui ecco il dubbio di Area: “Forse proprio questo sta diventando un problema?”. Una domanda inevitabile in un momento così delicato.
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Nella foto in alto | A sinistra Daniela Palumbo; a destra il ministro Carlo Nordio con la capa di gabinetto, l’ex parlamentare di Forza Italia Giusi Bartolozzi
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