Giù dal mezzo nella scoria incandescente: Sanderson ustionato e morto. «Nessuno parli di errore umano»
di Marta Rosati
La scoria incandescente che fuoriesce dalla paiola agganciata al mezzo; quest’ultimo, alto tre metri, che inizia a prendere fuoco, la strada sotto i pneumatici che si fa lava; il panico misto alla consapevolezza, il grido di aiuto rivolto ai colleghi che a poche decine di metri di distanza avvertono un rumore, forse come un’esplosione, poi vedono il fuoco. Sanderson sa di dover scendere dalla macchina da lavoro prima che sia completamente divorata dalle fiamme; tuttavia quel salto a terra verso il vicino canale di scolo dell’acqua non basta a evitargli il contatto con lo scarto delle lavorazioni siderurgiche; quel liquido rovente è ormai sparso su un’ampia porzione di terreno; la scoria, in quella fase allo stato liquido, tocca temperature di 1600 gradi centigradi.
Infortunio Arvedi-Ast Cosa abbia provocato lo sversamento del materia a terra saranno verosimilmente le indagini coordinate dalla Procura di Terni a stabilirlo, come pure la gestione dei soccorsi nella fase critica dell’evento (dall’operato della squadra antincendio interna allo stabilimento fino all’intervento dell’ambulanza). Intanto, però, stando alle indiscrezioni di chi ha assistito al terribile infortunio sul lavoro all’interno di Arvedi-Acciai speciali Terni, quella descritta sopra risulta la ricostruzione dei fatti. Sarebbe quella la successione dei pochi istanti che hanno separato l’operaio 26enne della società Tapojarvi dall’avere una vita davanti, a sei giorni di inferno fino alla morte. Cosciente fino all’arrivo dei soccorsi, il giovane, tra gli atroci dolori delle ustioni, sull’80% del corpo, si è reso conto delle sue condizioni disperate e ha chiesto della sua ragazza: «Chiamatela!» – ha supplicato i colleghi che cercavano di confortarlo.
Sandro morto dopo sei giorni di agonia Quei colleghi di Sanderson ancora oggi sono sotto choc per le scene alle quali hanno assistito, per la perdita del giovane ecuadoriano che già da ragazzino aveva scelto Terni per la vita ed era così ben inserito da farsi chiamare ‘Sandro’. Sono uomini che oggi, nelle mansioni quotidiane in fabbrica, vivono più forte la consapevolezza del rischio, sentono più profondo il dolore che una perdita può lasciare tra i cari, non accettano di essere considerati numeri per le statistiche degli infortuni, non vogliono mettere sul piatto la propria incolumità per lo stipendio. Il tragico infortunio di Mendoza ha scosso le coscienze, spinto la società Tapojarvi a fornire il supporto psicologico ai propri dipendenti e convinto alcuni a lasciare il posto di lavoro per il timore che il drammatico infortunio ha suscitato.
Acciai speciali Terni Dal quel maledetto 10 marzo la percezione della sicurezza e l’attenzione ai potenziali rischi dentro il sito siderurgico non è più la stessa. Le cause e le responsabilità sono ancora da individuare. Che il manto stradale interessato dalla movimentazione di quelle paiole fosse dissestato era sotto gli occhi di tutti, era stato segnalato dai sindacati, tanto da risultare oggetto di una riunione programmata per quella stessa settimana. Dalla segreteria Fiom Cgil di Terni, il numero uno Alessandro Rampiconi è lapidario: «Non può essersi verificato errore umano. Nessuno potrà venirci a raccontare questo». Il sindacato si costituirà parte civile nel processo. Per ora la Procura di Terni ha ipotizzato il reato di omicidio colposo a carico di ignoti.
Il crudele destino di Mendoza Sanderson era iscritto proprio alla Fiom Cgil. La sua famiglia si era trasferita a Terni quando Sandro era solo un bambino di tre anni. Suo padre è noto negli ambienti aziendali: per lungo tempo è stato infatti il guardiano del Clt. La sorella maggiore di Sanderson, in Italia aveva trovato l’amore e si era sposata ma si è ritrovata presto vedova: suo marito travolto e ucciso da una macchina in un incidente stradale. Quando decide di rientrare nel Paese d’origine per affari, i suoi la seguono, ma Sandro non vuole saperne. Terni è casa sua. Affidato a persone di fiducia fino alla maggiore età, fa il suo percorso, inizia a guadagnarsi da vivere poi entra in acciaieria e quel lavoro sui mezzi gli piace tanto. Nella città dell’acciaio ora è sepolto, a soli 26 anni.
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