Giro di vite sulla disoccupazione, un modo per andare a colpire i furbetti della Naspi
ROMA – Un modo per andare a colpire i furbetti della Naspi. Sarebbe questa la ragione della stretta sul sussidio di disoccupazione secondo chi ha presentato l’emendamento. Si andrebbe così a colpire un “fenomeno elusivo”, per il governo, che permetterebbe di aggirare la norma introdotta nel collegato lavoro. Una regola decisa per non far arrivare la disoccupazione a chi, al posto di dimettersi, si fa licenziare non presentandosi sul posto di lavoro. Assenze ingiustificate che al 17esimo giorno portano alla lettera di licenziamento. In questo caso, diverso dalle dimissioni volontarie, prima si poteva fare domanda di Naspi. Ora no. A meno che non ci si faccia riassumere per poi essere licenziati.
L’emendamento presentato in Finanziaria andrebbe a colpire proprio questi casi, anche se per alcuni esperti del settore si tratta solo di una stretta che va a penalizzare tutti, rendendo più difficile l’accesso alla misura. Un fenomeno, visti i molti contenziosi, su cui è voluta intervenire la ministra del Lavoro, Calderone. Il problema? Le dimissioni camuffate da involontarie. Una pratica su cui il governo è intervenuto nel recente collegato lavoro. Prima per aggirare il fatto che con le dimissioni volontarie non si poteva richiedere il sussidio, i dipendenti andavano in pressing sui datori di lavoro per essere licenziati e ricevere l’indennità. L’azienda, in quest’ultimo caso, doveva anche versare all’Inps il ticket di disoccupazione, che può arrivare fino a 2mila euro. Se il datore diceva di no, i dipendenti si assentavano in maniera ingiustificata e dopo 16 giorni scattava il licenziamento disciplinare che permetteva di accedere alla Naspi. Ora il governo è intervenuto per mettere fine a questa pratica. Si sarebbe, però, poi accorto del possibile escamotage, la riassunzione con successivo licenziamento lampo.
Così l’emendamento in manovra dice che i lavoratori che hanno dato dimissioni volontarie da un lavoro «a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti, avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento da un nuovo impiego solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego, perso il quale si richiede l’indennità». Per i furbetti seriali sarà più difficile ricevere l’assegno: chi ha già presentato le dimissioni volontarie nei dodici mesi precedenti, oppure si è fatto licenziare causa 16 giorni di assenze ingiustificate, rischia in caso di nuovo licenziamento, se verrà approvato l’emendamento, di ottenere l’assegno soltanto se ha lavorato per più di tre mesi.
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