Giovanni Toscano: «Con le donne mi trovo molto bene, credo che accanto a loro si cresca molto. Ho fiducia nel futuro e speranza di non essere deluso»
La vita intesa come un insieme di piccoli momenti da apprezzare, intrisi di felicità. I viaggi in mondi lontani ed esotici che ci formano e ci influenzano. Il desiderio di condividere le proprie fragilità con le persone del cuore, con le quali potersi lasciar andare completamente, mostrandosi anche vulnerabili, senza la paura del giudizio della società. Giovanni Toscano, giovane cantautore di Pisa, racconta nel suo secondo album, Un posto migliore (LaTarma Records, distribuito da ADA Music Italy) le sue esperienze personali, che diventano così una riflessione universale sul diventare adulti, sull’importanza dell’amicizia e sulla continua affascinante ricerca del proprio posto nel mondo. Con la sua voce graffiata e i testi intimi, esplora la sua geografia interiore, con uno sguardo malinconico ma ricco di speranza nel godersi il presente.
Lei ha raccontato la genesi dei suoi brani nel vodcast Un posto migliore, il primo in Italia che presenta in anteprima un nuovo album traccia per traccia. Come è nato questo progetto?
«Tutto nasce dal desiderio di ricerca di un posto migliore. Vorrei arrivare ad un punto della mia vita in cui avere molte storie belle da raccontare, condividendole con un gruppo di amici e persone fidate, con la voglia di ascoltare e mettersi in discussione parlando del proprio percorso. Il posto migliore è per me il luogo di condivisione con gli affetti. Il progetto del vodcast di presentazione poi, girato nelle campagne pisane con i miei migliori amici, è stata un’idea della mia etichetta discografica, LaTarma Records. Io avevo mostrato interesse per il mondo dei podcast, mi piacciono, li trovo divertenti. E loro mi hanno fatto un regalo gigante e inaspettato».
Se dovesse scegliere un posto migliore, ma non in termini fisici, quale altra immagine le viene in mente?
«Direi gli affetti, i luoghi spogliati e svuotati che sono più vivi di quello che sembra. La campagna è il mio posto del cuore, ma la geografia è abbastanza deludente: è capitato che sia tornato in campagna magari in un periodo in cui ero più irrequieto, e le mie colline, in realtà bellissime, sono diventate una prigione e quindi me ne dovevo andare. Quello che mi affascina però sono le dinamiche che vivono in un luogo».
Tre aggettivi che la descrivono?
«Molto creativo, un po’ goffo e incontentabile».
Lei è un musicista e un compositore. Da quanto tempo scrive le sue canzoni?
«Ho iniziato a scrivere alle scuole medie: le prime canzoni, composte con un mio amico, erano un po’ sullo stile di Elio e le Storie Tese. Poi durante gli anni dell’Accademia di Recitazione, ho scritto alcuni brani con una diversa consapevolezza, dove la scrittura è stata per me un diario di bordo, delle mie emozioni. Il mio primo album, Arrogantissimo, uscito nel 2023, riflette questo e ha dato vita al mio viaggio in musica. Da quel momento non ho più smesso di scrivere».
Qual è la musica a cui si ispira?
«È la musica che ascoltavo durante i viaggi in macchina verso le mete estive insieme ai miei genitori: Lucio Battisti, Lucio Dalla, tanto Fabrizio De André. Poi queste melodie sono state contaminate con la musica che mi ha formato successivamente, quindi molto rock, elettronica».
Lei ha scritto un libro (Il guinzaglio, edito da Fandango), ha girato documentari, ha recitato nel film di Paolo Virzì Notti Magiche, poi nella fiction di Rai1 Studio Battaglia. C’è un linguaggio, oltre a quello musicale, in cui si trova più rappresentato?
«La scrittura è il linguaggio che più mi piace perché sta alla base di tutto. Poi i modi di esprimersi si influenzano a vicenda: quando ho iniziato la mia carriera, ho pensato di voler trasformare la recitazione che era una mia grande passione, in un lavoro vero e proprio. Ha un forte obbligo di verità e questo ha sbloccato in me la capacità di scrittura. Dopo il film di Virzì, ho iniziato a scrivere: infatti proprio lì è nato il mio primo romanzo, nel 2021. Successivamente ho scoperto che alcune emozioni più fugaci e intense è meglio raccontarle tramite la musica. Perché a volte i brani durano pochi minuti, proprio come alcune sensazioni».
È cresciuto con tre sorelle e anche dal punto di vista lavorativo, in questo nuovo album ci sono due collaborazioni con due artiste donne. Questa presenza femminile molto forte come ha influenzato il suo modo di essere nella vita e nella scrittura?
«La componente femminile è sempre stata molto presente nella mia vita. Prima mia mamma, poi tre sorelle inizialmente ignorate, come lo è stato tutto l’universo femminile alle scuole elementari e medie: a quel tempo per me esistevano solo i miei amici e il gioco. L’universo femminile non era contemplato in alcuna sua forma. Poi c’è stato il momento dei miei primi amori quando mi sono affacciato all’universo femminile. Ho fatto amicizia con le mie sorelle, che sono diventate le mie migliori amiche e poi ho scoperto l’amicizia con le donne al di fuori della mia famiglia. Con le donne mi trovo molto bene, perché credo che più degli uomini, abbiano la capacità di ascoltare e parlare, il dono del dialogo. Credo che accanto a loro si cresca molto».
Source link