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Giovanni Scambia, chi era il luminare della ginecologia oncologica scomparso a 65 anni. Autore di oltre 1100 pubblicazioni, ai giovani diceva: «Meravigliatevi dei progressi e delle conquiste, così come mi meraviglio ancora io»

Il senso del suo lavoro è racchiuso nelle parole che solo pochi mesi fa aveva pronunciato nel docufilm Le radici del domani, un racconto dei 60 anni di storia della Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica a Roma, dedicato in particolare al suo maestro, il professor Salvatore Mancuso: «Quando ho iniziato il mio percorso per diventare ginecologo oncologo non avrei mai pensato di poter dire a una donna in età fertile con un tumore che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino, o che l’intelligenza artificiale potesse essere di aiuto a fornire modelli predittivi di risposte alle cure. Eppure, oggi è così!».

Giovanni Scambia, professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, tra i massimi specialisti mondiali in Ginecologia Oncologica, è scomparso a Roma lo scorso 20 febbraio, stroncato da un tumore al pancreas. Aveva 65 anni, e nel corso della sua lunga e preziosissima carriera non soltanto aveva favorito il progresso della Ricerca scientifica in uno dei campi più importanti e delicati per la salute femminile e formato generazioni di ginecologhe e ginecologi che oggi figurano tra i più preparati e talentuosi nella Ricerca su questa disciplina, ma aveva anche dato vita a uno dei centri di assoluta eccellenza nella ginecologia, portandolo al quarto posto al mondo nel ranking 2025 dei World’s Best Specialized Hospital.
Il ritratto a lui dedicato, pubblicato sul sito del Policlinico Gemelli di Roma, lo ricorda anche come «un medico visionario e al contempo concreto, amato da tutte le sue pazienti malate di tumore cui ha sempre offerto il meglio delle terapie disponibili e una grande umanità».

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Originario di Catanzaro, dove era nato nel 1959, oltre che un innovatore nella ricerca e un brillante chirurgo, il professor Scambia è stato anche autore di oltre 1100 pubblicazioni. Qualche anno fa, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair aveva raccontato come la Ricerca sul tumore ovarico fosse in costante aggiornamento, spiegando quali nuove forme di cura e prevenzione stessero inaugurando un nuovo corso. Di certo, grazie anche al suo costante e appassionato impegno professionale.

Ai funerali celebrati sabato 22 febbraio nella cappella della chiesa centrale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – che hanno richiamato una moltitudine di persone, politici e personalità del mondo scientifico ed accademico – a colpire, oltre agli innumerevoli elogi e attestati di stima umana e professionale, sono state le parole della figlia Luisa, presente insieme alla moglie Emma: «Ho sempre saputo che le tue assenze erano il piccolo prezzo da pagare per il tuo grande impegno da medico. Ciao papà. Sei stato un grande padre».


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