Basilicata

Giovani agricoltori alla Regione: «Crisi idrica, basta silenzio»

Continua il pressing per le delucidazioni sulle strategie irrigue, i giovani agricoltori alla Regione: «Crisi idrica se esistono risposte, renderle trasparenti».


«La Basilicata sta affrontando una crisi idrica profonda e strutturale. Non è una contingenza, ma il risultato di anni di inefficienze, mancate riforme e approcci frammentari alla gestione della risorsa più strategica: l’acqua». Così, in un comunicato, il Comitato spontaneo Giovani agricoltori lucani. «Il 1° agosto – data che avevamo indicato come soglia simbolica per un’inversione di marcia – è trascorso nel silenzio istituzionale. Non è stato dichiarato lo stato di emergenza. Non è stato nominato un commissario. E, non sono stati resi pubblici dati aggiornati, modelli di previsione, piani operativi o strumenti di monitoraggio. Nel frattempo, il mondo agricolo continua a muoversi nell’incertezza: turni irrigui non rispettati, trapianti sospesi, frutteti in sofferenza, regole non uniformi».

L’ASSENZA DI UN PIANO STRATEGICO

E, spiega ancora il Comitato, «mentre si aprono le prenotazioni irrigue per la prossima stagione autunno-inverno, non è stato ancora reso noto alcun quadro tecnico chiaro: nessuna informazione sui volumi garantiti, sulle cadenze o sui criteri di assegnazione. Se un piano esiste, va reso pubblico. Se non esiste, è doveroso dirlo». L’improvvisazione, è la tesi dei Giovani agricoltori, «non può più essere considerata un’opzione sostenibile. Le domande che poniamo sono dirette: qual è il piano in caso di ulteriore riduzione della disponibilità idrica? Sono stati predisposti scenari alternativi in caso di assenza prolungata di piogge? Quali sono le fonti dati e i modelli previsionali su cui si stanno basando le decisioni? Senza dati, senza una cabina di regia e senza una direzione trasparente, il sistema non è governato: è lasciato a dinamiche opache. E senza guida, si perde fiducia».

CRISI IDRICA, L’APPELLO DEI GIOVANI AGRICOLTORI ALLA REGIONE

Da qui, un appello al governatore Bardi e al presidente Pittella, detentori del «dovere istituzionale di governare questa fase. È necessario dichiarare lo stato di emergenza e nominare un commissario esterno, con profilo tecnico, indipendente, e mandato chiaro: ripristinare trasparenza, metodo e capacità di intervento». Del resto, prosegue il comunicato, «a confermare la gravità del quadro, vi sono anche valutazioni terze. Secondo S&P Global Ratings, la Basilicata è tra le regioni italiane più esposte al rischio idrico, con una proiezione di stress al 100% entro il 2030. L’impatto potenziale riguarda non solo il settore agricolo, ma anche gli equilibri economici e finanziari della Regione. Avete più volte affermato – anche pubblicamente – che il sistema va riformato. Ora è il momento di dimostrarlo. Perché denunciare l’inefficienza senza adottare scelte concrete equivale, di fatto, ad alimentarla».

Gli agricoltori chiedono ancora: «Gli atti sinora adottati – a partire dalle prenotazioni irrigue – sono supportati da basi tecniche coerenti? Sono previste misure correttive in caso di peggioramento delle condizioni? Esiste una pianificazione in grado di reggere scenari complessi? Se queste risposte non sono disponibili oggi, è necessario ammetterlo. Se invece esistono, devono essere rese accessibili e trasparenti. Non agire significa assumersi, implicitamente, la responsabilità del fallimento».


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