Giornata Mondiale della Salute Mentale, l’esempio degli atleti da Michael Phelps a Simone Biles
«La vera forza è ammettere la propria vulnerabilità. Sei spinto a dire che va bene, ma è sbagliato, ti senti sbagliato, diverso dagli altri, buio dentro, la depressione è così. Io ancora oggi a volte ho bisogno di chiudermi in stanza, di stare da solo, la mia famiglia lo sa». Michael Phelps, l’olimpionico più decorato della storia, ha dichiarato per la prima volta nel 2018 di soffrire di depressione. L’ex nuotatore statunitense ne ha sofferto dal 2004 e dopo ogni Olimpiade. «Ho dovuto imparare che la vulnerabilità è una cosa buona e all’inizio faceva paura, ma ho imparato che la vulnerabilità significa solo cambiamento. E per me è stato un grande cambiamento»
«Michael Phelps mi ha detto che parlando a voce alta potrei aver salvato una vita», ha scritto Naomi Osaka in un articolo per la rivista Time nel luglio 2021. La tennista aveva osato saltare conferenze stampa al Roland Garros per preservare la sua salute mentale. Arrivarono tante critiche che scelse di ritirarsi dal torneo. «Gli atleti e le atlete sono esseri umani. Il tennis è la nostra professione privilegiata, e naturalmente anche gli impegni fuori dal campo. Ma non riesco a immaginare un’altra professione in cui una presenza costante (ho saltato una sola conferenza stampa nei miei sette anni di tournée) sia così duramente scrutinata». Simone Biles ha detto che Naomi Osaka è stata un’ispirazione quando ha lasciato le competizioni dopo le Olimpiadi di Tokyo. «L’affetto e il sostegno che ho ricevuto mi hanno fatto capire che sono più dei miei risultati e della ginnastica, cosa che non avevo mai creduto prima. È ok non essere ok».
Sono problematiche che anche il Cio sente sempre più vicine. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, il Comitato Olimpico Internazionale rinnova il proprio impegno a favore del benessere psicologico degli atleti, proseguendo quanto già realizzato durante Parigi 2024 e ampliando le misure di tutela in vista dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026.
«A Parigi abbiamo avuto il più ampio insieme di misure di tutela e salute mentale mai visto in un
evento sportivo. Tutto questo continuerà e sarà ulteriormente rafforzato per Milano Cortina», spiega Kirsty Burrows, Head of the Safe Sport Unit del CIO. L’esperienza maturata ai Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 ha rappresentato un punto di svolta nella protezione della salute mentale degli atleti.
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