Calabria

Gioia Tauro contro la 'ndrangheta, non vi vogliamo

(ANSA) – GIOIA TAURO, 31 MAR – Molti ragazzi, tanti ospiti ma
pochi residenti alla manifestazione contro la ‘ndrangheta voluta
dall’Amministrazione comunale di Gioia Tauro e svoltasi in
mattinata. Forse per la giornata lavorativa, forse per paura,
gli adulti presenti si sono limitati ai rappresentanti delle
associazioni cittadine. A sfilare, autorità militari e religiose
con il vescovo Francesco Milito e alcuni parroci della città, il
procuratore della Repubblica di Palmi Emanuele Crescenti, la
vice presidente della Giunta regionale Giusi Princi, tanti
sindaci, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti e moltissimi
studenti di Gioia Tauro e Rosarno.
   
Una manifestazione che nasce dopo l’operazione Hybris
condotta all’inizio del mese dai carabinieri contro le cosche
Molè e Piromalli di Gioia Tauro e che ha portato in carcere una
cinquantina di persone. Cosche che, secondo l’accusa,
controllavano ogni attività economica della città.
   
“Questa, è vero, è terra di ‘ndrangheta – ha detto il sindaco
Aldo Alessio – ma noi dobbiamo anche dire che molti sono i
cittadini per bene che hanno paura. Siamo qui per dire che
sappiamo chi sono gli ‘ndranghetisti, che sappiamo il male che
fanno. Siamo qui per dire che noi cercheremo in ogni modo di
respingere la loro cultura mafiosa”.
   
Tra i tanti messaggi dei ragazzi, anche quelli di Crescenti,
di mons. Milito e di don Ciotti che ha chiuso la manifestazione.
   
“La vera mafia è sempre la penultima – ha detto il fondatore di
Libera – perché l’ultima è sempre quella più nascosta, perché si
rigenerano sempre e sono sempre più forti”.
   
Tre parole ha consegnato don Ciotti ai presenti: “continuità
nell’impegno sociale e civile contro le mafie, condivisione,
perché solo insieme si possono combattere le mafie, e
corresponsabilità, condizione necessaria per un’azione comune di
contrasto in una nuova consapevolezza di sinergia tra società
civile e istituzioni”.
   
“Attenti agli affabulatori, ai seduttori e ai mormoranti che
stanno sempre ai margini – ha concluso don Ciotti – ed erodono
l’impegno e gli entusiasmi. Il tempo che viviamo è difficile ma
è necessario uno scatto di dignità da parte di tutti”. (ANSA).
   


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