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Gigafactory e referendum, Landini a Campobasso: “Il voto cancella leggi sbagliate” | isNews

Il segretario generale della Cgil ha espresso preoccupazioni per il futuro dell’industria automobilistica e si è rivolto ai cittadini, invitandoli a recarsi alle urne


CAMPOBASSO. Il futuro dell’industria automobilistica e della Gigafactory, l’importanza del referendum.

Questi i temi toccati dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi a Campobasso, per un incontro all’Università e poi con i cittadini, in piazza Municipio.

“L’Italia è un paese che rischia di perdere l’industria automobilistica – le sue parole – Questo è un paese che era capace di produrre un milione e mezzo di auto e quest’anno se va bene ne produciamo 250mila. Stiamo tornando agli anni Cinquanta. Non si stanno facendo quegli investimenti che sono necessari. Non avere la Gigafactory – ha aggiunto il segretario generale della Cgil – rischia di far saltare la prospettiva di Termoli e di tutto questo territorio, ma rischia anche di far saltare la prospettiva di essere ancora un paese capace di attirare investimenti e di essere un soggetto che utilizza le competenze che ha anche per il futuro della mobilità. Per questo noi stiamo chiedendo da tempo che il governo, la presidente del Consiglio, convochi l’azienda, i sindacati, la componentistica, altro che audizioni parlamentari finte. E’ il momento che si assumano impegni precisi perché intanto Stellantis gli investimenti li sta facendo da un’altra parte, la Gigafactory la fa in Spagna”.

Quindi il passaggio sul referendum. “Il voto ai referendum cancella delle leggi sbagliate ed estende i diritti dei lavoratori, riduce la precarietà, tutela contro le morti sul lavoro ed estende i diritti e la libertà dei lavoratori – ha affermato Landini – Quindi non si va a votare per questo o quel partito, per il governo o per la Cgil, si va a votare per aumentare i diritti di chi lavor. Se raggiungiamo il quorumil giorno dopo ci saranno milioni di persone che avranno dei diritti in più che oggi non hanno”. Landini ha poi parlato dell’esistenza di un “comitato del silenzio” su queste consultazioni. “Addirittura – ha detto – oggi c’è qualcuno che invita a non andare a votare, evidentemente c’è paura della democrazia. Trovo singolare che si dica alle persone di non andare a votare perché questo è un diritto e se si raggiunge il quorum significa migliorare i diritti di milioni di persone”.

“Dobbiamo rimettere al centro il lavoro – ha puntualizzato Landini – Le leggi che sono state fatte in questi ultimi 20 anni dai vari governi e dai vari partiti sono leggi balorde che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro delle persone. Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini e in particolare, per raggiungere il quorum, ci rivolgiamo a quelli che a votare non ci vanno più da tempo perché nel nostro Paese, se ci pensiamo un attimo, le ultime elezioni Europee, se fossero state un referendum, non erano valide. E quando la maggioranza dei cittadini non va a votare vuol dire che non si sente rappresentata da nessuno”.

“Stiamo dicendo ai cittadini: non andate a votare per questo o quel partito ma andate a votare per voi. Perché il referendum diversamente a qualsiasi altra forma di voto, è un voto che permette al cittadino di decidere senza delegare ad altri. Quel giorno lì chi va a votare – ha concluso il segretario della Cgil – diventa il Parlamento, è lui che modifica le leggi”.


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