Giampaolo Morelli, il nuovo film da regista, il riconoscimento di paternità, il rapporto con i suoi due figli
Questa intervista a Giampaolo Morelli è pubblicata sul numero 42 di Vanity Fair in edicola fino all’8 ottobre 2024.
Doveva essere il suo primo film da regista, ma a un passo dalle riprese Giampaolo Morelli si è tirato indietro. Se la storia non poteva essere raccontata come ce l’aveva in testa, allora meglio non raccontarla del tutto e aspettare un produttore più coraggioso. L’ha tenuta nel cassetto. Nel frattempo, ha debuttato comunque alla regia, con un altro progetto. Ha anche conosciuto un dolore oltre ogni aggettivo. Ed è riuscito a incanalare le energie buie proprio in quel film che è diventato il quarto firmato da lui, e che sta per uscire. L’amore e altre seghe mentali arriva nelle sale il 17 ottobre. È una commedia dolceamara che ritrae alla perfezione i quarantenni single di oggi: chiusi alle relazioni, aperti alla masturbazione elevata a paradigma della loro vita affettiva e favorita da visori intelligenti e metaversi avanzati, che potrebbero presto surclassare i porno.
Morelli, 49 anni, oltre 20 di carriera cominciata con il re della commedia italiana Carlo Vanzina, due figli – avuti con la compagna Gloria Bellicchi, ex Miss Italia e attrice –, da sempre unisce personaggi tv di culto, come l’ispettore pop Coliandro, e ruoli cinematografici che non passano inosservati, fra i tanti il killer Ciro in Ammore e malavita dei Manetti Bros. e ora Guido in L’amore e altre seghe mentali, di cui parla con voce virile e dolce, tra risate fragili, mentre si trova già su un nuovo set.
A dispetto del titolo, il tema è serio. Perché l’ha scelto?
«È da quando ho iniziato a lavorare a questo progetto che i single sono in aumento e, peggio ancora, non si mettono più in gioco: hanno paura di soffrire, convinti forse che da una delusione non ci si possa riprendere. Sento amici dire: “Questa mi farebbe a pezzettini”. E se pure fosse? Non si buttano, non rischiano. Al contempo, però, non hanno il coraggio di stare da soli, allora saltano da un rapporto-contentino all’altro».
Oppure si accontentano dell’autoerotismo.
«In L’amore e altre seghe mentali c’è il supporto della tecnologia del futuro prossimo, per cui i deep fake porn, che ora prendono una foto personale o di chi vuoi tu per montarla sull’immagine di un’attrice di film per adulti, sembrano già quasi preistoria. Andremo oltre, con l’intelligenza artificiale non avremo limiti alle fantasie».
A un certo punto, in quelle di Guido, grazie a un visore appunto, appare Ilary Blasi, che così debutta al cinema. È anche una sua fantasia?
«(Risata imbarazzata, ndr). Ma Ilary è la fantasia di tutti! Le ho raccontato la storia, il suo contributo l’ha molto divertita e ha accettato subito. È una donna autoironica, che si mette in gioco e sta un passo avanti ai suoi detrattori».
A non apparire nel visore di Guido, invece, sono le fantasie omosessuali. La fluidità è ancora un tabù, specie per la sua generazione?
«Io sono molto libero sessualmente, non mi interessa chi va a letto con chi. Non ho previsto quel tipo di fantasia solo perché non è funzionale al tema del film. Che, attenzione, non è la crisi del maschio, ma della coppia».
Spieghi.
«La liquidità ha sostituito la solidità, il consumismo sentimentale i legami indissolubili. I social ci mostrano che c’è sempre qualcuno di meglio dietro l’angolo e, siccome dopo la fase delle farfalle nello stomaco le relazioni sono anche una rottura di cazzo, perché sforzarsi?».
È padre di due maschi, di 11 e 8 anni. Pensa già a come affrontare l’argomento relazioni e sessualità?
«Spero di avere un dialogo aperto. Adesso i miei figli sono ancora piccoli, nonostante non manchi molto all’età degli ormoni impazziti. Di sicuro incapperanno nella pornografia: è dovere di noi genitori far capire loro che non è quella la vera sessualità. Sul tema sarebbe utile che si spendesse qualche parola anche nelle scuole, ma è prima di tutto responsabilità della famiglia, che spesso la disattende per timidezza, pudore, paura».
Torniamo al film: l’ha dedicato a sua madre, che è venuta a mancare oltre un anno fa, e a Gigi. Chi è?
«Il mio migliore amico. Una malattia se l’è portato via».
Leggendo quel nome sullo schermo, forse qualcuno potrebbe pensare che Gigi sia suo padre biologico, dopo l’intervista in cui lei ha raccontato di aver scoperto che l’uomo che l’ha cresciuta non è il suo vero papà.
«È tutta un’altra storia».
Source link