Società

GialappaShow: perché l’imitazione di Toffanin e Berlusconi per Mediaset è un tributo

Diciamo sempre che quando arriva l’imitazione vuol dire che sei ufficialmente consacrato come personaggio pubblico perché l’imitazione è come una medaglia al valore che sancisce la tua iconicità in fatto di movenze, di postura e di modo di stare al mondo. Nell’ultima edizione di quel gioiellino di GialappaShow, ossia uno dei pochi programmi davvero liberi del nostro palinsesto, a finire nel mirino sono stati due volti in particolare: Silvia Toffanin imitata da Brenda Lodigiani, una professionista che sta dimostrando che non c’è limite all’artisticità quando di mezzo ci sono talento e mestiere, e Pier Silvio Berlusconi proposto da Ubaldo Pantani, che forse non ha attecchito così tanto non perché non sia bravo Pantani ma perché Pier Silvio Berlusconi è una persona molto schiva che parla in pubblico pochissime volte e che, di conseguenza, il pubblico non conosce così bene.

Al di là della riuscita o meno delle imitazioni, crediamo che questa nuova direzione di GialappaShow dimostri solo una cosa: una nuova centralità di Mediaset nel panorama televisivo italiano, garantito da nuovi successi – La ruota della fortuna tutti i giorni contro Affari tuoi e Tu sì que vales il sabato sera contro il supercast di Ballando con le Stelle – e, soprattutto, da mosse giuste e ben articolate (nonostante l’incaponimento sul Grande Fratello, che dava segnali di essere moribondo già due anni fa) che hanno fatto tremare la concorrenza. Una concorrenza che sta facendo di tutto per non perdere terreno premendo, però, sui tasti sbagliati, visto che anziché intervenire sul contenuto si gioca allo scorporamento del dato e, soprattutto, a una prima serata che ormai inizia alle 22 (una vergogna, come abbiamo già scritto qui).


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