Molise

Gestione dei fondi Pnrr, Primiani: “Necessario un consiglio monotematico” – isNews

L’intervento dell’esponente del M5S: “Molise fanalino di coda nella spesa delle risorse, servono chiarimenti”


CAMOPOBASSO. “Da mesi esprimo preoccupazioni sulla gestione dei fondi del PNRR, portando il tema in Aula per ottenere chiarimenti. Con la scadenza del 2026 in vista, è essenziale intervenire per evitare che questa occasione storica venga sprecata. Anche il magistrato contabile Manfredi Selvaggi ha sollevato preoccupazioni simili. È urgente convocare un Consiglio monotematico per approfondire la situazione e impedire che questi fondi diventino un’erogazione a pioggia, senza un vero impatto sul territorio. Inoltre, va ricordato che queste risorse non sono un regalo, ma potrebbero trasformarsi in un debito per le future generazioni”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Angelo Primiani, che chiede la convocazione di una seduta monotematica sul tema. “Il magistrato contabile Manfredi Selvaggi durante un intervento presso l’Università degli Studi del Molise, ha confermato le stesse preoccupazioni che esprimo da mesi riguardo l’andamento dei fondi PNRR in Molise – scrive in una nota – Il magistrato ha infatti sottolineato come la regione stia affrontando difficoltà significative nella spesa dei fondi. Stando agli unici dati a noi disponibili, quelli trasmessi dal portale Open Pnrr, la spesa si attesta intorno al 15%, una delle più basse d’Italia, nonostante i circa 6,2 miliardi di euro assegnati alla regione.

Questi fondi, se gestiti correttamente, potrebbero rappresentare una vera e propria leva di sviluppo per il Molise, ma a oggi i dati non sono affatto rassicuranti. È fondamentale che la Regione Molise avvii un monitoraggio rigoroso degli interventi e comprenda le ragioni del ritardo nell’attuazione dei progetti. A preoccupare ulteriormente sono i 798 milioni di euro destinati alla digitalizzazione, un settore cruciale per lo sviluppo, ma che rischia di non vedere pienamente realizzati gli investimenti necessari. Oltre ai 6 miliardi del PNRR, il Molise dispone anche di altri 1,5 miliardi di euro tra Fondi Strutturali, di Coesione e Politiche agricole comunitarie, portando il totale a circa 7,5 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe fare la differenza, soprattutto considerando la difficile situazione economica regionale, che non consente altre forme di investimento. Eppure, un anno prima della chiusura del Piano, solo una piccola parte di questi fondi è stata effettivamente spesa.

Le domande che mi pongo sono: dove sono bloccati i progetti? Quali difficoltà si stanno incontrando? E soprattutto, cosa si sta facendo per garantire l’utilizzo dei fondi destinati alla salute, che ammontano a 80 milioni di euro? La Regione Molise deve urgentemente fornire risposte chiare e trasparenti su come sta utilizzando tali risorse e come intende sbloccare i progetti rimasti in sospeso. Sicuramente il PNRR porta con sé delle regole molto stringenti che prevedono dei criteri e delle procedure restrittive, però ancora una volta il Molise paga lo scotto di mancate programmazioni, che avrebbero potuto favorire piani di sviluppo, e mancate progettazioni, che oggi ci vedono costretti a finanziare piccoli interventi o magari traslare progetti più immediati e cantierabili a fronte di quelli che risultano incagliati.

Ci tengo anche a chiarire un aspetto non trascurabile: i fondi PNRR sono risorse a debito che nessuno ci regala e che dovranno essere pagate. Per questo bisogna finanziare progetti seri e di sviluppo, altrimenti le future generazioni si troveranno con un nuovo debito da pagare per erogazioni a pioggia del tutto sterili.

Seppur l’assessore Iorio abbia anticipato un possibile aggiornamento dei dati garantendo che i fondi PNRR saranno spesi comunque entro la data di scadenza, non sono soddisfatto di questa risposta veloce e anche superficiale. In questo delicato contesto in cui è in ballo il futuro del Molise, è più che mai necessario un Consiglio monotematico che faccia luce sui dati reali e sulle criticità da affrontare. Dovremmo riunirci in Aula per discutere esattamente su come vengono recepite e come vengono attuate le direttive, così come previsto dalla legge regionale nell’ambito della sessione europea. E colgo l’occasione per sottolineare l’importanza di recuperare questa buona pratica, ormai in disuso da anni, che potrebbe essere riattivata in occasione del prossimo 9 maggio, Festa dell’Europa”.


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