Economia

Genitori in azienda, uno sportello per supportarli ed evitare la crescente propensione a dimettersi


Sempre più ricerche evidenziano l’attenzione dei lavoratori al work-life balance e la consapevolezza dei dipendenti di bilanciare gli impegni professionali con la vita personale. In particolare quest’attenzione riguarda soprattutto i genitori, i neogenitori e le neomamme, sempre più disposti a lasciare o valutare di lasciare il lavoro per seguire meglio figli e famiglia. Eppure, basterebbe che le aziende dedicassero qualche maggiore attenzione per evitare di perdere personale ben formato.

Tra queste, spicca l’iniziativa di Zeta Service, azienda italiana specializzata nei servizi hr e payroll, che dopo averlo sperimentato per i suoi dipendenti, ha allargato lo sportello per supportare i genitori in azienda alle aziende clienti creando la prima iniziativa del genere in Italia. In un recente sondaggio su genitorialità e lavoro nel Regno Unito, realizzato da REC Parentin e pubblicato su People Management, il 46% dei genitori che lavorano ha dichiarato di aver lasciato o di aver pensato di lasciare il lavoro nell’ultimo anno. In particolare, il 40% degli intervistati vorrebbe lasciare il proprio impiego perché trova difficile bilanciare gli impegni lavorativi e familiari, con una propensione maggiore dei più giovani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni (45%) e delle madri (46%).

Anche in Italia, emergono le difficoltà dei genitori a bilanciare lavoro e impegni familiari. Dal rapporto del Censis, emerge che per il 62,7% degli italiani, il lavoro non rappresenta la preoccupazione principale nella vita. Anzi, l’80% dei lavoratori italiani ha espresso il proprio disappunto circa il sacrificio degli interessi personali che il lavoro ha comportato in passato, a discapito del proprio benessere. Secondo i dati dell’Ispettorato del lavoro poi, nel 2022 sono state convalidate 61.391 dimissioni di padri e madri con un incremento del 17,1% rispetto all’anno precedente. La maggior parte di queste sono state rassegnate entro i primi tre anni dalla nascita dei propri figli e perlopiù da giovani di età compresa tra i 29 e i 44 anni (79,4%) e donne (72,8%), attribuendo la causa a una sempre più accentuata difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata (63%). Inoltre a lasciare il lavoro sono in prevalenza lavoratori in attesa del primo figlio o che hanno un solo figlio.

“I dati sottolineano l’importanza di affrontare in modo efficace le sfide legate alla genitorialità sul luogo di lavoro, promuovendo politiche e culture aziendali più inclusive e favorevoli alla famiglia”, spiega Debora Moretti, co-ceo di Zeta Service. “È per questo che abbiamo deciso di creare uno sportello dedicato alla genitorialità per le persone di Zeta Service e per i dipendenti delle nostre aziende clienti. Si chiama Help Desk Genitorialità e intende supportare i genitori dando loro risposte sugli aspetti burocratici che, come abbiamo rilevato, creano non pochi problemi”.

Dal sondaggio “Maternità, burocrazia e tempi” realizzato da Zeta Service e focalizzato in particolare su neomamme o future tali, è inoltre emerso che oltre la metà delle donne ha trovato difficoltà nel comprendere gli step burocratici da seguire per esempio per la richiesta di bonus, la presentazione della documentazione, il congedo obbligatorio o facoltativo. In particolare, 9 donne su 10 avrebbero voluto ricevere più informazioni sia da parte delle istituzioni, che attraverso i siti web degli enti preposti, che offrono spesso notizie poco comprensibili o non esaustive, con il 40% che chiede una maggiore chiarezza. Nelle imprese dove è presente un ufficio hr, il 53% delle lavoratrici non hanno ricevuto alcun supporto da parte di quest’ultimo. “Quando stavo per diventare mamma – continua Moretti – mi sono resa conto, sia in prima persona, sia per il confronto con altre mamme e altri papà, che la burocrazia relativa alla genitorialità era davvero un labirinto da cui era difficile uscire con risposte sicure. Da qui l’idea del desk, nato inizialmente come supporto per le persone di Zeta Service e poi esteso ai dipendenti e alle dipendenti delle aziende clienti, prevedendo un periodo di prova per incentivarne l’utilizzo”.

Secondo la co-ceo di Zeta Service infatti, “l’azienda deve essere realmente interessata a comprendere le necessità delle sue persone, guardandole e ascoltandole nel loro complesso, in modo da introdurre benefit che possano favorire un migliore work-life balance e avere una maggiore flessibilità, sebbene sia complicato introdurre questo cambiamento di mentalità nel nostro Paese”.


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