Gdo, i consumatori sempre più attenti al rapporto qualità-prezzo

I consumatori chiedono prodotti di qualità, sostenibili e accessibili. È questo quanto emerge con estrema chiarezza dal Future consumer index 2025 di Ey, che è stato presentato nel corso del Food retail show – “Retail reset: il futuro chiama, il presente risponde?” il titolo dell’edizione di quest’anno. Gli italiani sono dunque sempre più attenti al valore del prodotto, ma non ad ogni costo: il 73% dichiara che porrà maggiore attenzione al valore tangibile del prodotto in futuro, considerando anche il prezzo, mentre il 56% afferma di comprare prodotti a marchio solo quando sono in saldo o promozione. Al carovita, quindi, le famiglie italiane rispondono con un’accresciuta attenzione al rapporto qualità-prezzo.
Non stupisce che, in questo contesto, le marche del distributore (Mdd) stiano conquistando quote di mercato con oltre la metà dei consumatori che le considera un’alternativa valida, grazie a una migliore visibilità sugli scaffali e una percezione di qualità comparabile. Per Ey la filiera agroalimentare può migliorare la propria competitività attivando meccanismi di collaborazione. Ed è questo l’obiettivo che Ey si prefigge di raggiungere tramite Value for food che riunisce 70 realtà di diversa natura operanti nel settore (da aziende di marca, a distributori, operatori agribusiness, logistici, start up ed enti di ricerca).
“Value for food si conferma come iniziativa di riferimento per la filiera agroalimentare italiana, capace di generare valore attraverso innovazione, collaborazione e sostenibilità – Riccardo Passerini, partner consumer product & retail consulting leader di Ey Italia – I risultati concreti ottenuti e le prospettive di crescita testimoniano l’impatto positivo di un approccio integrato e condiviso, che mette al centro il consumatore, la qualità e il futuro del settore”. Secondo le stime di Value for food, la collaborazione può portare a un efficientamento nell’ordine di 520 milioni di euro intervenendo sulla logistica e sulla gestione degli assortimenti. Sempre nell’ambito dell’iniziativa promossa da Ey, sono stati realizzati tre progetti pilota che hanno permesso di dimostrare i benefici dell’ottimizzazione della catena del valore di filiera complessiva. I risultati ottenuti sono stati a tal punto incoraggianti che hanno permesso di iniziare il processo di estensione dell’approccio all’intera filiera italiana partendo dalle aziende coinvolte nell’iniziativa, tra cui Number 1 Logistics Group.
“Insieme a Barilla, Bolton Food e Coop Alleanza 3.0, abbiamo avviato uno dei progetti pilota – racconta Eugenio Pieretti, transportation planning director di Number 1 Logistics Group – Lo scopo è stato sviluppare sistemi di slot booking dinamici basati su condivisione dei volumi medi di consegna, assegnare slot in orari predefiniti con flessibilità sul contenuto dei viaggi in consegna. I risultati dopo un anno di test sono stati entusiasmanti: -24% riduzione delle ore di scarico; -21% riduzione dei costi medi di ri-consegna ogni mese, +2% il miglioramento nella puntualità delle consegne e un +3% di incremento della saturazione dei viaggi”.
Sempre stando alle rilevazioni di Ey, il 41% dei consumatori cambia marchio se quello preferito non è disponibile, il 21% se il prezzo diventa troppo alto, e il 75% se non percepisce differenze di qualità. Solo il 29% si può considerare un vero e proprio “brand loyalist”. Le campagne di loyalty tattico sono un valido strumento a disposizione dei player del settore. “Come l’entropia in un sistema fisico, anche nel grocery italiano la mancanza di loyalty aumenta se non viene contrastata: solo un’energia costante, può mantenere viva la fedeltà dei consumatori – dice Marco Pellicci, director sales enablement di L-founders of Loyalty Italia – È qui che entrano in gioco le campagne di fidelizzazione: dove c’è strategia – con investimenti equilibrati, una durata ottimale e una collezionabilità ben calibrata c’è ritorno. Basti pensare che, stando alle rilevazioni effettuate con NielsenIQ, le 16 campagne di loyalty condotte da otto gruppi della Gdo Italiana dall’inizio del 2024 ad oggi hanno generato un valore di 630 milioni di euro di revenue incrementale. E quando questi programmi si legano alle comunità di riferimento, l’impatto cresce ulteriormente”.
Source link




