Gaza, quasi mille scienziati del Cern contro Israele
Quasi mille scienziati del Cern, il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo con sede a Ginevra, hanno preso posizione contro la campagna bellica di Israele nella Striscia di Gaza. Gli scienziati, alcuni hanno aderito nell’anonimato, altri hanno firmato con nome e cognome, tra loro l’italiano Carlo Rovelli, chiedono ai vertici di rivedere i rapporti di collaborazione scientifica con Israele, a causa della campagna militare a Gaza e delle occupazioni illegali in Cisgiordania.
Nella petizione al Consiglio e al Direttorato del Cern si legge: «Crediamo che due torti non facciano una ragione. L’attuale occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza non giustifica gli attacchi contro i civili in Israele del 7 ottobre 2023, né l’attacco del 7 ottobre giustifica la campagna criminale che il governo israeliano ha condotto contro la popolazione di Gaza negli ultimi venti mesi. Come ampiamente documentato, dal 2 marzo 2025, il governo israeliano ha bloccato tutte le consegne di aiuti, cibo, acqua e carburante alla Striscia di Gaza, imponendo un assedio totale a un’enclave di 2 milioni di persone».
Gli scienziati richiamano le parole di Joseph Borrell, ex alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, che ha definito quelle dei ministri di Netanyhu «chiare dichiarazioni di intento genocida».
«In quanto scienziati – si legge – non possiamo tollerare che l’attuale stato di guerra imposto dal governo israeliano ai palestinesi, oltre all’inaccettabile tributo di vite umane e all’offesa alla dignità umana, comprometta anche la continua collaborazione pacifica degli scienziati israeliani e palestinesi tra loro e con il resto della comunità».
La conclusione della petizione: «Dovrebbe essere garantito anche l’accesso continuo al CERN a tutti gli scienziati della regione impegnati per la pace e la risoluzione pacifica del conflitto. Ove possibile, deve essere fornito un supporto specifico ai colleghi la cui vita e libertà sono messe a repentaglio dal conflitto, e devono essere adottate tutte le misure necessarie per garantire che nessuno dei collaboratori del CERN diventi complice, direttamente o indirettamente, delle campagne militari e terroristiche in Medio Oriente». Questa forse la frase più controversa perché esclude dal centro anche quei ricercatori israeliani che hanno obblighi militari verso il loro Paese.
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